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venerdì, Marzo 29, 2024
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NAPOLI, UNA DUE GIORNI PER PROMUOVERE LA SINERGIA CULTURALE POLONIA-ITALIA

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Dal 1989, ovvero dal cambiamento del sistema politico ed economico in Polonia, sono passati circa 20 anni. In quest’arco di tempo è cambiato quasi tutto: la visione del mondo dei polacchi, la collocazione geopolitica del paese, la sua importanza nel contesto europeo, accertata nel 2004 dall’entrata della Polonia nell’Unione Europea, gli obiettivi e lo stile di vita dei suoi cittadini. Ma, soprattutto, in questi 20 anni è cresciuta e maturata una nuova generazione di polacchi.
I giovani di oggi prendono le distanze dal passato socialista ma non si riconoscono neanche nel presente del capitalismo feroce e del consumismo sfrenato. Una generazione che, in Polonia come altrove, sembra inchiodata davanti alla televisione, diventata un sottile mezzo di strumentalizzazione politica. Celata dietro il mondo virtuale dei media, questa forza impone purtroppo il consumismo come unica religione a cui essere davvero fedele.
La stessa giovane drammaturgia, cosi come l’intera generazione dei giovani polacchi, si nutre di televisione e simultaneamente la contraddice, rivendicando quel tipo di teatro che vuole soprattutto comunicare anziché apparire. Come se le icone della cultura di massa, i vari format, il messaggio preconfezionato, nascondessero dietro di sé un’ideologia difficile da smascherare attraverso lo stesso mezzo televisivo. E forse proprio in questa difesa dell’identità del teatro che diventa soprattutto una tribuna, una resa dei conti con la nostra realtà, sta il legame che unisce i giovani autori polacchi e quelli italiani. Ed è immediato il paragone con Marco Paolini o Ascanio Celestini, eredi della prassi teatrale sviluppata da Dario Fo, che usano il teatro per raccontare storie servendosi di documenti e di testimonianze orali. Oppure con quel tipo di drammaturgia esercitata da Fausto Paravidino che, come Walczak in Polonia, segue le dinamiche del parlato moderno, del linguaggio dei giovani che, servendosi delle varie pose linguistiche, eludono la comunicazione diretta.
La popolarità del teatro contemporaneo e della nuova drammaturgia è confermata dal grande successo di pubblico. Oggi i giovani polacchi hanno trovato la loro migliore espressione artistica nella giovane drammaturgia che – alla pari della musica e del cinema –per loro diventa “trendy”. Si può addirittura parlare di un vero e proprio fenomeno artistico, di cui gli esempi più noti non superano i 30 anni d’età. I direttori dei principali teatri stabili in Polonia gareggiano tra di loro per mettere in scena i testi dei giovani autori, mentre il Ministero polacco dei Beni Culturali affida loro la direzione artistica delle più importanti istituzioni teatrali.
A testimoniare questa particolare sinergia Italia- Polonia, istituti polacchi ed italiani si sono uniti per una due giorni di convegni.
2 e 3 Aprile in via duomo a Napoli e di sera in Galleria Toledo le due culture si uniranno, si confonderanno, a testimoniare una perfetta coesione. Saranno presentati diversi testi, traduzioni di piece altrettanti testi polacchi.
La scelta dei testi non è stata arbitraria ma collegiale: un comitato di lettura costituito da giovani traduttori, laureandi e dottorandi italiani, specializzati negli studi polonistici: Giulia De Biase, Tiziana Cincinnato, Giuseppe Russo, Lucia Pascale e Francesco Annicchiarico, ha eletto i testi tra una ventina di opere pubblicate in Polonia. Alla fine hanno indicato sei opere, valorizzando sopratutto la loro forma artistica, le problematiche e le possibilità di messinscena nei teatri italiani.
È stata la stessa regola generazionale a guidare il lavoro di traduzione.

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