«Dobbiamo fare il terzo polo». Così Arcangelo Abete cominciò a manifestare i suoi malumori sulla gestione degli Amato-Pagano nel periodo che va dal 2007 al 2009. Erano gli anni del post faida e il ras di Scampia iniziò a maturare il sogno di un progetto tutto nuovo. Furono quelle le parole sussurrate da Arcangelo Abete ai suoi affiliati ed agli alleati del clan Notturno.
La necessità di creare una alternativa al centro dunque non era solo in voga nei salotti e circoli politici ma era condivisa anche nei bunker di Scampia. Idee diverse ma un fine simile: piazzarsi tra i due raggruppamenti di forza. Da una parte i Di Lauro, dall’altra gli Scissionisti.
La mente di tutto era Arcangelo Abete, almeno secondo il collaboratore di giustizia Gennaro Notturno, detto O’ sarracino. Sarebbe stato Angioletto, condannato con sentenza definitiva per associazione camorristica nella primavera 2011, a mettere in piedi il progetto di indipendenza. Gli Amato-Pagano, dopo aver ridimensionato fortemente i Di Lauro a conclusione della prima guerra di Scampia, avevano relegato in un angolino gli Abete-Abbinante-Notturno-Aprea, così quest’ultimi passarono al contrattacco, dando origine alla terza faida di Scampia.