Questa mattina a Giugliano in Campania, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Aversa hanno arrestato Bartolomeo Vitiello, 37enne nato a Villaricca ma residente a Giugliano. Vitiello lo scorso 13 dicembre, era sfuggito alla cattura nel corso dell’operazione che ha consentito di acciuffare complessivamente altre 8 persone.
Il 37enne, insieme agli altri 8 indagati, è accusato di far parte di un gruppo criminale dedito a compiere estorsioni ai danni di commercianti di. Aversa, Lusciano e Parete, avvalendosi della forza d’intimidazione promanante dall’appartenenza alla camorra nelle sue articolazioni territoriali denominate “fazione Bidognetti” e “fazione. Schiavone” del “clan dei Casalesi”.
Vitiello, poco meno di tre settimane dopo essere sfuggito ala cattura, si è praticamente consegnato alle forze dell’ordine, segnalando di trovarsi all’interno della propria abitazione.
Vitiello e gli altri della banda
Nel complesso dall’indagine sono emerse le ripetute estorsioni tentate e consumate nel periodo antecedente alle festività natalizie del. 2018 con richieste – anche ingenti – di somme di denaro da parte degli indagati, alcuni dei quali pregiudicati per reati di tipo mafioso, da un minimo di .250 ad un massimo di 15.000 euro. Vitiello
Inoltre il gruppo è accusato di avere compiuto e reiterato tentativi di estorsione ai danni di esercizi commerciali tra i quali soprattutto ristoranti e imprese di trasporti;
Infine le finalità delle condotte estorsive – spesso anche palesate alle vittime – veniva giustificata dalla necessità.I di sostenere le famiglie dei detenuti ed erogare lo stipendio agli affiliati.
«I Casalesi devono fare Natale»: in cella 37enne di Giugliano, era nella banda che terrorizzava i commercianti
Vitiello, poco meno di tre settimane dopo essere sfuggito ala cattura, si è praticamente consegnato alle forze dell’ordine, segnalando di trovarsi all’interno della propria abitazione.
Nel complesso dall’indagine sono emerse le ripetute estorsioni tentate e consumate nel periodo antecedente alle festività natalizie del. 2018 con richieste – anche ingenti – di somme di denaro da parte degli indagati, alcuni dei quali pregiudicati per reati di tipo mafioso, da un minimo di .250 ad un massimo di 15.000 euro.
Inoltre il gruppo è accusato di avere compiuto e reiterato tentativi di estorsione ai danni di esercizi commerciali tra i quali soprattutto ristoranti e imprese di trasporti;
Infine le finalità delle condotte estorsive – spesso anche palesate alle vittime – veniva giustificata dalla necessità. I di sostenere le famiglie dei detenuti ed erogare lo stipendio agli affiliati.