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domenica, Giugno 16, 2024
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Affari con la compravendita di case, così il clan si ingraziava i carabinieri a Sant’Antimo

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Non solo favori. C’era anche un fitto giro di regalie tra i carabinieri infedeli della tenenza di Sant’Antimo e il clan Puca. E’ un particolare inquietante quello che emerge dalle 154 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Valentina Gallo a carico di otto carabinieri all’epoca dei fatti contestati in servizio presso la tenenza di Sant’Antimo, militari finiti al centro di un’indagine per corruzione che tratteggia un quadro a tinte fosche. Come si evince dal provvedimento sono finiti agli arresti domiciliari i carabinieri Raffaele Martucci, Michele Mancuso, Vincenzo Palmisano, Corrado Puzzo e Angelo Pelliccia. Domiciliari anche per il ras Pasquale Puca ‘o minorenne e per Francesco Di Lorenzo, ex presidente del consiglio comunale di Sant’Antimo mentre è scattato il provvedimento dell’ interdizione dall’esercizio della professione per altri tre carabinieri, Daniele Perrotta (all’epoca al vertice della tenenza), Carmine Dovere e Vincenzo Di Marino.

Fondamentali si sono rivelate le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Claudio Lamino che ha parlato di una compravendita di case da parte dei militari favoriti in questo da ‘teste di legno’ del clan:«Sono in grado di riferire di appartamenti acquistati dai carabinieri Palmisano, Martucci e Corrado da Luigi Puca ‘o pulliere, prestanome di Pasquale Puca. Questi tre carabinieri hanno acquistato appartamenti ad un prezzo addirittura inferiore a quello di costo e li hanno poi rivenduti a prezzo di mercato con un ampio margine di guadagno. Gli appartamenti sono stati acquistati quando Pasquale Puca era libero». Da evidenziare c’è il particolare che, in riferimento all’accusa di concorso esterno in associazione mafioso il gip Gallo ha evidenziato che non esiste prova diretta che i militari abbiano in qualche modo agevolato un’intera organizzazione camorristica, né – per il gip – è sufficiente assumere che i destinatari dei piaceri siano considerati vicini o organici al sodalizio di Sant’Antimo.

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