Il servizio 118 dell’Asl Napoli 1 continua a perdere medici. Negli ultimi cinque anni, almeno 40 dottori hanno lasciato il servizio, e la situazione non sembra migliorare. Il dirigente del 118, Giuseppe Galano, conferma che altri cinque medici stanno per andarsene, tra pensionamenti e passaggi alla medicina generale.
“Due colleghi prossimi alla pensione hanno scelto di passare alla medicina generale, dove possono restare fino a 72 anni“, spiega Galano. “Anche un terzo medico, che non ha ancora l’età per la pensione, ha fatto la stessa scelta, mentre un quarto, appena formato per il servizio d’emergenza, ha deciso di lasciare il 118 poco dopo aver iniziato“.
Questa fuga di professionisti sta mettendo a dura prova il sistema d’emergenza della città. “Abbiamo formato 40 medici attraverso il corso di Emergenza territoriale, ma solo uno di loro ha accettato di lavorare sulle ambulanze. Adesso anche lui ha lasciato“, aggiunge Galano. Il secondo corso per la formazione di nuovi medici dovrebbe partire a breve, ma sembra già difficile trovare candidati.
Emergenza personale del 118: scuole vuote e ambulanze senza medico
Il problema si inserisce in un contesto più ampio, con il 70% dei posti nelle scuole di specializzazione in Medicina d’emergenza che rimane vuoto a livello nazionale. A Napoli, il personale del 118 è fortemente sottodimensionato. Attualmente, ci sono circa 100 medici in servizio, ma ne mancano 50. Anche per quanto riguarda gli infermieri, la situazione è critica: ne servirebbero altri 40 per raggiungere gli standard richiesti.
La mancanza di medici sulle ambulanze non riguarda solo la velocità d’intervento, ma anche la qualità del servizio. “Gli infermieri sono in grado di praticare tutte le operazioni salvavita, dalla rianimazione cardiopolmonare alla defibrillazione, fino alla somministrazione di farmaci in caso di infarto“, afferma Galano. Tuttavia, senza medici a bordo, spesso vengono trasportati in ospedale anche pazienti che potrebbero essere trattati a casa, perché gli infermieri non possono effettuare diagnosi.
Oltre alla carenza di personale, i medici del 118 sono anche esposti a rischi crescenti, come le aggressioni, un problema che rende questo lavoro ancora meno attraente. Galano sottolinea la necessità di migliorare le condizioni salariali per rendere più appetibile il lavoro nel 118. “Tremila euro lordi al mese sono pochi per un lavoro così duro e rischioso“, afferma. “Il governo deve intervenire per risolvere questa crisi e garantire stipendi adeguati ai medici che scelgono di lavorare nel servizio di emergenza”.