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giovedì, Maggio 9, 2024
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Alessandro si è finto Giulia, è stato lui a inviare i messaggi su WhatsApp ad amici e familiari della fidanzata

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È stato individuato poco dopo la mezzanotte il corpo di Giulia. Era stato abbandonato dal fidanzato, reo confesso, in un’area verde dietro ad alcuni box di una palazzina in via Monte Rosa a Senago. Alessandro Impagnatiello, 29enne barman dell’Armani Bamboo, il rooftop di proprietà di ‘Re Giorgio’ con vista su via Montenapoleone a Milano, dal pomeriggio era ufficialmente indagato per omicidio volontario aggravato, occultamento cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Poi la confessione, in caserma, ascoltato dal Pm Alessia Menegazzo, titolare delle indagini con l’aggiunto Letizia Mannella. Sotto casa, in via Novella, era comparso per un istante a metà pomeriggio sul sedile posteriore di una Ford Focus, ma visti i cronisti in attesa aveva immediatamente fatto retromarcia.
Nel pomeriggio erano stati prelevati gli indumenti di Giulia, ma soprattutto gli investigatori avevano analizzato la Volkswagen di Impagnatiello e le tracce biologiche trovate con il luminol – verosimilmente sangue – avevano convinto chi indaga a contestare l’omicidio. Quando fuori era già buio, è scattato il sopralluogo della Scientifica anche in casa.
 Il compagno Alessandro Impagnatiello portato in carcere dopo la confessione ai pm e ai Carabinieri dell’omicidio della giovane donna incinta, scomparsa il 27 maggio. Da ieri era indagato per omicidio volontario aggravato.

Il corpo ritrovato non lontano dall’abitazione della coppia

Il 30enne, di professione barman in un albergo di lusso a Milano, ha confessato davanti al pm Alessia Menegazzo, dopo aver indicato dove aveva nascosto il corpo, trovato nella notte in un lembo di terra dietro ai box di una palazzina in via Monte Rosa a Senago, nel Milanese, non lontano dall’abitazione della coppia.

Stando a quanto emerso, l’uomo avrebbe detto agli investigatori di aver fatto tutto da solo, anche nella fase dell’occultamento del cadavere. Avrebbe provato a bruciare il corpo, ma non ci sarebbe riuscito. Non era, infatti, completamente carbonizzato, quando è stato rinvenuto.

L’omicidio e le tracce che hanno portato a indagare il 30enne

L’omicidio sarebbe avvenuto nell’abitazione nella serata di sabato, dopo che quel giorno Giulia Tramontano aveva incontrato la donna, un’americana collega del 30enne, con cui il fidanzato da mesi portava avanti una relazione parallela all’insaputa di entrambe le donne. A carico di Impagnatiello erano già stati raccolti diversi elementi, tra cui, oltre alle incongruenze nella versione della sua denuncia di scomparsa di domenica, soprattutto le tracce di sangue trovate nella sua macchina e le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. Tra l’altro, gli inquirenti sospettano che sarebbe stato lui quella sera a mandare dei messaggi, tra cui quello all’amica in cui si diceva “turbata”, dal telefono della fidanzata. L’ultima immagine di una telecamera di sorveglianza ha ripreso la giovane davanti a casa verso le 19 di sabato, quando probabilmente stava rientrando nell’abitazione. Poi sarebbe avvenuta la lite terminata con l’omicidio a coltellate.

Alle 22 arriva anche Alessandro Impagnatiello, alla guida del suo Suv, parla al cellulare con il vivavoce: cappellino da baseball, un giaccone beige con il cappuccio calato sopra la testa, lo sguardo basso davanti a flash e telecamere. Poi viene fatto scendere dall’auto e scortato dai carabinieri della squadra Omicidi nell’appartamento. Infine quando torna indietro contro l’auto insulti e calci.

Nel pomeriggio era scattata la perquisizione dell’auto di Impagnatiello ed erano  emerse una tracce di sangue. Il barman ha confessato d’aver ucciso la compagna e di aver caricato il corpo sul so Suv Volkswagen T-roc. Poi avrebbe vagato per alcuni chilometri, tanto da far ipotizzare agli investigatori che potesse aver raggiunto un’area boschiva. Non era così e il cadavere è stato trovato a seicento metri da casa.

Nella notte Impagnatiello è stato interrogato dai magistrati Mannella e Menegazzo e dai vertici dei carabinieri di Milano, il generale Iacopo Mannucci Benincasa, i colonnelli Antonio Coppola e Fabio Rufino. Confessa tutto e scatta il fermo.

Agli atti dell’indagine ci sarebbe anche un’immagine decisiva del momento in cui lui esce di casa tra sabato e domenica. Sui suoi spostamenti, a Senago e Milano, la notte della scomparsa si concentrano le indagini.

C’è il sospetto che sia stato proprio Impagnatiello a scrivere gli ultimi sms inviati dal cellulare della ragazza sabato sera. L’ultimo intorno alle 21.30 quando avrebbe scritto a un’amica di essere turbata dopo una discussione con il fidanzato e di voler solo andare a dormire. Una messinscena.

Le ultime tracce di vita di Giulia sono immortalate in una telecamera che riprende la 29enne vicino a casa tra le 19.30 e le 20 di sabato. Mentre il compagno ha raccontato agli inquirenti che la fidanzata era a letto e stava dormendo quando lui è uscito domenica mattina alle 7.

Dalle indagini era subito emerso che Giulia aveva avuto una pesante discussione con il fidanzato dopo la scoperta di una relazione parallela con una giovane straniera. Una ragazza che mesi fa era anche rimasta incinta prima di decidere di interrompere la gravidanza. Le due donne avevano avuto anche un confronto, proprio nella giornata di sabato.

L’ipotesi degli investigatori è che i due fidanzati abbiano poi avuto una lite nel corso della quale Impagnatiello avrebbe ucciso la 29enne per poi disfarsi del suo corpo.

Non è ancora chiaro come sia stata uccisa. Ma sembra che abbia infierito sul cadavere con diverse coltellate e successivamente abbia anche tentato di dare fuoco al corpo. Le indagini proseguono sull’ipotesi che il 30enne possa aver avuto un complice, anche se nella sua confessione ha raccontato di aver fatto tutto da solo.

I familiari di Giulia portano i fiori dove c’era il corpo

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 I familiari di Giulia Tramontano si sono recati in via Monte Rosa a Senago, nel Milanese, a lasciare dei fiori nei pressi del luogo in cui è stato trovato il corpo della 29enne. Accanto a un peluche di Tigro e ai vari bouquet portati da amici e conoscenti, spicca quello della famiglia, composto di fiori rosa e bianchi. “Per sempre nei nostri cuori – si legge sul bigliettino -, mamma, papà, Chiara, Mario”. In alto a destra c’è scritto “per Giulia e Thiago”, probabilmente il nome che la donna aveva scelto per il bimbo che portava in grembo

 

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