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Il clan Amato-Pagano senza scrupoli: “Minorenni addestrati per le estorsioni”

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Gli Scissionisti facevano crescere i ragazzini come baby camorristi. Il dettaglio è emerso in seguito al blitz condotto contro gli Amato-Pagano, clan colpito dalla Dia di Napoli. Il Procuratore Nicola Gratteri ha sottolineato questo comportamento dei camorristi “Gli Amato-Pagano conducevano delle estorsioni in maniera abbastanza insolita: gli affiliati portavano con loro i minorenni per farli assistere e partecipare. C’è una sorta di addestramento alla durezza al fine di rendere normale la commissione di un crimine. Questo ci ha molto scandalizzato perché non c’è nessuna etica che possa giustificare questo ciò“.

La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare personale e reale emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 53 persone ritenute affiliate al clan Amato-Pagano egemone tra Melito, Mugnano, Secondigliano e Scampia.

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Estorsioni degli Amato-Pagano ai commercianti e agli imprenditori

Le indagini hanno evidenziato il totale assoggettamento di imprenditori e
commercianti dei territori controllati dal clan i quali erano costretti a consegnare
tangenti in base alla tipologia di attività. Nel settore edile, soprattutto nel periodo di intenso avvio di cantieri legati ai bonus fiscali, venivano avanzate numerosissime richieste estorsive.

Il taglieggiamento veniva incrementato soprattutto nel periodo a ridosso delle festività natalizie. Infatti quasi tutti i commercianti del comune di Melito venivano costretti a comprare i “gadget natalizi”, con un cospicuo incremento della cassa degli Scissionisti.

La cassa comune degli Scissionisti

È stata, inoltre, individuata una cassa comune del clan nella quale confluivano i
soldi di tutte le attività illecite svolte dagli affiliati e grazie alle quali venivano pagate le  “mesate” a decine di affiliati sia liberi che detenuti nonché ai principali appartenenti alle famiglie degli Amato-Pagano.

Alle storiche famiglie camorristiche venivano pagati almeno 8mila euro mensili grazie ai quali era assicurato ai rispettivi membri un altissimo tenore di vita, sfrontatamente e costantemente esibito, pubblicando anche su TikTok ed Instagram. L’utilizzo di auto potenti, il possesso di orologi di lusso, l’uso di barche per vacanze ed altre erano ritenute dal clan fondamentali per accrescere il potere sul territorio.

I parenti dei boss Lello Amato e Cesarino Pagano

Le indagini, avviate nel 2021, permettevano di ricostruire l’organigramma degli Scissionisti a partire dai vertici della stessa che sono stati individuati nei discendenti in linea diretta dei fondatori del gruppo, Raffaele Amato e Cesare Pagano, entrambi attualmente detenuti.  Infatti, tra i soggetti colpiti dalla misura cautelare, ci sono i generi e la nipote dei boss ‘o Lello e Cesarino.

LE PAROLE DI GRATTERI

“Addestrava minori per le estorsioni, il clan Amato-Pagano, che si occupa di estorsioni e droga, e nel quale il ruolo delle donne era apicale, come quello della reggente, Rosaria Pagano, detenuta al 41bis”: lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri nel corso di una conferenza stampa.
“Su Tik-tok e Instagram – ha detto ancora Gratteri – il clan mostrava orologi d’oro e macchine e barche di lusso, per esternare il suo potere e la sua ricchezza – incassavano 8mila euro al mese dalle estorsioni – e per dimostrare di essere dei vincenti, per farsi pubblicità”.
“Questo è l’elemento nuovo, – ha sottolineato Gratteri – in Italia la prima mafia che ha utilizzato i social è stata la camorra, mentre i primi al mondo sono i messicani.

L’uso dei social adottati dai giovani, quali sono Tik-Tok e Instagram, è proprio finalizzato a rivolgersi ai giovani”.

Era “un addestramento alla durezza”, quello che il clan Amato-Pagano operava sui minorenni, utilizzati per compiere le estorsioni, ha detto ancora Nicola Gratteri durante la conferenza stampa indetta in Procura a Napoli “Volevano normalizzare il crimine”, ha sottolineato il procuratore di Napoli che, ha anche fatto sapere di avere coinvolto la procura dei minori in questa attività d’indagine.
“La preminenza delle donne tra gli elementi di vertice – ha aggiunto Gratteri – non è una novità assoluta (anche in Sicilia e Calabria) ma in questo contesto è risultato più significativo”.
Secondo il procuratore, poi, “le estorsioni venivano imposte anche agli imbianchini, che rappresenta come il clan Amato-Pagano volesse controllare il respiro dei cittadini”. “I soldi sono il risultato – ha spiegato Gratteri – ma l’obiettivo degli Amato-Pagano è l’esternazione del potere”.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.