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venerdì, Marzo 29, 2024
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Poliziotto casertano morto a Bologna, la famiglia: “Non avrebbe mai fatto del male alla madre”

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“Non avrebbe mai fatto del male alla madre, sui giornali tante falsità”, non ha dubbi la famiglia di Angelo Cambio, il poliziotto della squadra mobile di Bologna trovato senza vita nel letto di casa. Anzi, a spingere il 45enne al suicidio sarebbero state proprio le condizioni in cui versava la mamma, gravemente malata, trovata in stato comatoso di fianco a lui. La donna è infatti deceduta poche ore dopo il figlio a causa della malattia contro cui lottava da tempo.

A smentire le voci di un presunto avvelenamento della mamma è il fratello di Angelo che, tramite un lungo post Facebook, fa chiarezza: “Ci teniamo a precisare, che il mio grande amato fratello, si è sempre dedicato incondizionatamente facendo il possibile in virtù di un amore simbiotico e smisurato nei confronti di mia madre. Ma i patti con il destino, non si possono fare. Una grave malattia l’ha colpita e resa ultimamente inerme da un encefalopatia epatica“.

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Il post integrale del fratello di Angelo Cambio

“Per tutti coloro che mercificano il dramma di una famiglia sopraffatta dal dolore, in cambio di un bell’articolo, divulgando notizie false e tendenziose, ipotizzando assurdità non conoscendo affatto le persone coinvolte. Violando tutti i diritti a preservare un dolore famigliare nella propria intimità.

Mi complimento e ringrazio per la professionalità, così come per la sensibilità dimostrata. Ci teniamo a precisare, che il mio grande amato fratello, si è sempre dedicato incondizionatamente facendo il possibile in virtù di un amore simbiotico e smisurato nei confronti di mia madre. Ma i patti con il destino, non si possono fare. Una grave malattia l’ha colpita e resa ultimamente inerme da un encefalopatia epatica. Quando le parole non le uscivano più e lo sguardo era l’unica comunicazione, e fin quando stanca, ha chiuso gli occhi entrando in coma irreversibile. Quello è stato l’attimo in cui si è arreso, comunicandoci attraverso una lettera che il suo compito era esaurito. Ha voluto espressamente andar via prima di lei per non sopravvivere con il ricordo della sua sofferenza. Crediamo di aver spiegato più che doverosamente, perché certamente non eravamo ritenuti a farlo, ma semplicemente solo per rendere giustizia a un figlio eccezionale, presente sempre e amorevole, probabilmente come pochi sanno fare! Vergognatevi! A nome della nostra famiglia. Ringrazio invece tutti quelli che ci sono stati vicino con affetto”.

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