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martedì, Aprile 23, 2024
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Chi è Antonella De Musis, l’accompagnatrice dei killer e donna di Carlo Lo Russo

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Si chiamano  Antonio Montepiccolo e  Antonella De Musis i due nomi nuovi destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare per l’omicidio di Vincenzo Di Napoli. Montepiccolo e De Musis sono rispettivamente l’autista del boss Carlo Lo Russo e  colei che forniva supporto logistico e materiale ai killer del clan.

Temevano che Vincenzo Di Napoli potesse tradire il commando che il 6 settembre del 2015, durante un raid nel rione Sanità di Napoli, uccise per sbaglio il 17enne Genny Cesarano, e per questo venne assassinato: nuove accuse per quattro esponenti del clan Lo Russo, tra cui Ciro Perfetto, ora 22 enne, ritenuto l’assassino “pentito” di Genny. A loro viene contestato l’omicidio del 24enne Di Napoli, ucciso il 9 dicembre 2015, nella zona di Miano, proprio su decisione di Perfetto. Coinvolto anche Antonio Buono, 28 anni.

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La storia di Antonella De Musis

Tra Carlo Lo Russo e Antonella De Musis c’era una relazione. Alla donna, per cui il boss aveva deciso di abbandonare la “famiglia” e di collaborare con la giustizia, in passato era stato notificato un provvedimento di custodia cautelare per il suo coinvolgimento nell’omicidio di Pietro Esposito, il ras della Sanità, che secondo l’accusa, è stato ucciso per ordine di Lo Russo. Sarebbe stata lei, sostengono gli inquirenti – a mettere in contatto i presunti sicari con Rosario De Stefano, con cui la De Musis aveva avuto una relazione in passato, e che avrebbe offerto ‘appoggio” ai killer. Un coinvolgimento, quello della donna, che inizialmente non era emerso a causa del tentativo dello stesso Lo Russo di tenerla al riparo dall’azione della magistratura. Un tentativo, però, mandato a monte dalla stessa donna che, ascoltata dai magistrati che le avevano già contestato di aver dichiarato il falso per poter incontrare in carcere il suo ‘uomo’, decide di raccontare la verità.
A differenza di quanto dichiarato da Lo Russo, infatti, la De Musis precisò di non essersi soltanto limitata a mettere in contatto i sicari con De Stefano ma di aver anche accompagnato il ‘commando’ alla Sanità e di averlo, poi, ospitato presso la sua abitazione di Mugnano una volta che l’omicidio di Esposito era stato portato a termine.

Il boss ha, quindi, raccontato di come ha conosciuto la De Musis presso l’abitazione della vedova di suo fratello Vincenzo e di come, sin da subito, tra i due fosse nata una relazione. La De Musis, quindi, si trasferisce in un’abitazione di Mugnano che Lo Russo prende in affitto per il tramite di un suo affiliato. Ed è in quest’abitazione che, spiega il boss, nasce l’idea di coinvolgerla nella preparazione dell’omicidio di Pietro Esposito.
Nonostante l’assassinio di Pierino, gli Esposito riuscirono a rialzarsi con la nascita del nuovo sodalizio criminale chiamato Barbudos, retto dal figliastro di Esposito, Antonio Genidoni. A causa dei problemi interni al clan Lo Russo, che portarono i Capitoni ad indietreggiare nel fortino di Miano, Gli Esposito-Genidoni hanno dato il via ad una lunga e sanguinosa faida per il controllo della Sanità con il clan Vastarella, con l’ormai nota strage delle Fontanelle dove persero la vita il boss Giuseppe Vastarella e suo cognato Salvatore Vigna.

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