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sabato, Maggio 4, 2024
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Arrestata per corruzione preside antimafia, anche cibo scaduto alla mensa dei bambini

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Quando i carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo sono andati a notificarle l’ordinanza che le impone gli arresti domiciliari si è mostrata sorpresa, nonostante da settimane sapesse di essere indagata. Non sapendo di essere intercettata Daniela Lo Verde, preside della scuola Falcone di Palermo, nota per le sue battaglie antimafia, diceva di aver ricevuto un avviso di proroga dell’inchiesta e di temere il peggio.

E il peggio è arrivato. La donna, accusata di peculato e corruzione, è finita ai domiciliari insieme al vicepreside Daniele Agosta e ad Alessandra Conigliaro, dipendente di un negozio di rivendita di prodotti Apple che le avrebbe regalato degli iPhone in cambio della fornitura in esclusiva alla scuola di tablet e pc. È l’epilogo di una indagine, per certi versi sconvolgente, coordinata dai procuratori europei Gery Ferrara e Amelia Luise e condotta dai carabinieri della sezione Eppo, che ha svelato un sistema criminale messo su dalla donna e da una decina di complici. Non solo la preside si sarebbe impossessata di generi alimentari della mensa scolastica acquistati con i fondi europei, ma avrebbe tenuto per sé e le sue figlie tablet e pc che sarebbero dovuti andare alla scuola.

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Gli accertamenti sono partiti dalla denuncia di un’ex insegnante della scuola Falcone che ha raccontato della gestione illegale dei progetti europei. Tra le docenti – ha svelato la testimone – era frequente la prassi di raccogliere ex post, e non durante lo svolgimento delle attività, le firme dei ragazzi coinvolti. Questo perché ai progetti affidati alla scuola Falcone in realtà gli alunni non partecipavano o partecipavano in numero ridotto e dipendendo dal numero degli studenti partecipanti l’ammontare dei fondi ricevuti, si rischiava di perdere il denaro.

La docente ha anche rivelato che spesso le fatture per gli acquisiti, ad esempio per la palestra, venivano gonfiate e che solo una parte dei soldi veniva spesa per strumenti didattici, mentre il resto del denaro veniva investito in abbigliamento e scarpe per la dirigenza della scuola. Le dichiarazioni dell’ex professoressa, confermate ai carabinieri da altri insegnanti, hanno fatto partire le intercettazioni che hanno squarciato il velo su ruberie sistematiche. Mentre lavorava in ufficio in compagnia della figlia, tra una pratica e l’altra, la preside impartiva alla ragazza indicazioni sugli alimenti da riporre all’interno di un sacchetto da portare a casa. “Questo me lo voglio portare a casa, questi me li voglio portare a casa … poi mettiamo da parte… poi vediamo cosa c’e qui … li esci e li metti qui sopra…” si sente nella intercettazione che risale al 15 giugno ed è uno degli esempi della gestione illegale della donna.

Preside antimafia arrestata, in casa anche una stampante e una tv da 65 pollici

“Il riso … lo metti lì davanti alla cassettiera e per la cucina questo … benissimo … ora sistema sopra il frigorifero … questa cosa di origano mettila pure per casa … – spiegava – Quelle mettile in un sacchetto che non si può scendere. Il tonno mettilo qui sotto … poi lo portiamo a casa a Sferracavallo”. Le parole della donna sono ulteriormente riscontrate dalle videocamere piazzate dai carabinieri che la mostrano riempire delle buste di alimenti presenti nell’ufficio di presidenza.

Nell’abitazione della Lo Verde, che nel 2020 è stata insignita del titolo di cavaliere della Repubblica, sono stati trovati tablet, pc, iPhone e un televisore da 65 pollici. In occasione di un furto avvenuto nella scuola, poi, la donna e il vicepreside, pure lui filmato mentre saccheggiava la dispensa dell’istituto, parlavano con soddisfazione della gestione mediatica della vicenda che aveva portato loro un sacco di soldi, visto che il sindaco in primis si era mosso per fare avere ai due il denaro per riacquistare gli strumenti.

Cibo scaduto alla mensa

Emerge dall’inchiesta della Procura Europea che ha portato all’arresto della donna, del suo vicepreside Daniele Agosta e della dipendente di un negozio di elettronica, Alessandra Conigliaro, che riforniva in esclusiva e in assegnazione diretta l’istituto di pc e tablet. In cambio la preside riceveva dalla donna regali. “Gli abbiamo cancellato la data di scadenza al burro”, le parole della bidella, in un’intercettazione. “Vi denunciano”, commenta ridendo il vicepreside Daniele Agosta. “Secondo me pure”, risponde sghignazzando la dirigente, riporta il Corriere. Uno scambio che spiega bene il clima che si viveva nella scuola.

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