17.4 C
Napoli
venerdì, Maggio 3, 2024
PUBBLICITÀ

“Questo bar è nostro”, il clan Di Lauro impose le cambiali all’imprenditore

PUBBLICITÀ

“Questo bar è nostro”, il clan Di Lauro impose le cambiali all’imprenditore. Stamattina nell’ambito di indagine diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli i Carabinieri del ROS di Napoli e della Compagnia di Casoria  hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, nei confronti di 5 indagati, di cui tre già detenuti per altra causa, gravemente indiziati del delitto di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

LA DENUNCIA DELL’IMPRENDITORE

Le indagini, condotte dalla Tenenza dei Carabinieri di Arzano nel mese di novembre 2023, hanno trovato la loro genesi nella denuncia sporta da un commerciante di Arzano che ha dichiarato di essere vittima, dall’ottobre 2020, di estorsione da parte di tre soggetti a lui noti appartenenti al clan Di Lauro. In particolare, l’imprenditore, dopo aver rifiutato di cedere ai Di Lauro il suo bar, era stato costretto dagli stessi a pagare 70mila euro in rate mensili da 1000 euro ciascuna, garantite da altrettante cambiali che la vittima ha dovuto sottoscrivere e consegnare.

PUBBLICITÀ

LE CAMBIALI

Ogni qualvolta la vittima pagava una rata si vedeva restituita una cambiale che quindi fungeva da garanzia per il pagamento stesso. Tali corresponsioni si sono protratte fino al mese di luglio 2022 fino a quando l’uomo ha deciso di cedere l’attività, pensando che potesse cessare l’imposizione. Ma ciò non avveniva. Infatti, nel mese di gennaio 2023, quando lo stesso ha aperto un altro bar in un’altra zona di Arzano, i suoi estorsori sono tornati alla carica, chiedendogli nuovamente la quota estorsiva e minacciandolo di morte al suo rifiuto.

Quanto denunciato alla Tenenza Carabinieri di Arzano risulta, tuttavia, solo una parte della storia. In effetti, la vittima, sentita dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia partenopea, ha successivamente affermato che il clan Di Lauro gli aveva imposto di pagare delle somme a titolo di estorsione già a partire dal 2018 in quanto tale famiglia camorristica si riteneva proprietaria della sua attività.

“QUESTO BAR E’ NOSTRO”

Effettivamente, per quanto riscontrato questa volta dai militari del ROS di Napoli, la vittima, intorno ai primi giorni di gennaio del 2019, aveva corrisposto ai DI LAURO 100mila euro in contanti per far cessare ogni loro pretesa, seppur priva di titolo, sul suo esercizio commerciale. A sostegno e prova ulteriore dei fatti anche alcune dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Roselli, detto Frizione, elemento apicale del clan Amato-Pagano, riscontrate dai militari del Ros. Gli odierni arrestati, coinvolti nei due differenti episodi estorsivi, sono ritenuti intranei al clan Di Lauro di Secondigliano.

I NOMI DEGLI ARRESTATI 

1 DI LAURO Vincenzo nato a Napoli li 19 luglio 1975, attualmente detenuto per altra
causa;
2. LAMONICA Umberto nato a Napoli il 21 settembre 1978, attualmente detenuto per altra
causa;
3. BIZZARRO Gennaro nato a Napoli li 14 giugno 1979.
.4 CORTESE Giovanni (detto ‘ cavallaro) nato a Napoli li 14 maggio 1980, in atto
detenuto per altra causa;
5. CORTESE Mario.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Pensione di inabilità, come e chi può ottenere 4330 euro in un anno

Circa 4330 euro in un anno con la pensione di inabilità per i soggetti, under 67, ai quali è...

Nella stessa categoria