Sono state rese note le motivazioni con cui la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza nei confronti di Antonio Moccia. I giudici ermellini hanno ritenuto inammissibile il ricorso presentato dalla Pg della Repubblica di Napoli in merito all’assoluzione a 20 anni di carcere nei confronti di Antonio Moccia, ritenuto dalla Direzione Distrettuale di Napoli membro attivo del di quello che è stato definito dai giudici clan Moccia di Afragola. Alla base della decisione la carenza di elementi fondanti sui quali si sarebbe basata l’accusa che in primo grado aveva condannato il Moccia a venti anni.
La Corte di Appello di Napoli aveva stravolto l’impianto accusatorio assolvendo Moccia in secondo grado dopo la sentenza di condanna primo grado. Attualmente, Antonio Moccia è detenuto per il processo petrolmafie. Il Presidente Giacomo Rocchi ed il consigliere estensore Giovabattista Tona hanno motivato perché la Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso.
.L’accusa iniziale nei confronti di Moccia riguardava il periodo dal 1998 al 2002, con una contestazione definita «a condotta perdurante». Il procedimento, avviato nei primi anni 2000, ha subìto numerose proroghe, e solo nel 2012 il pubblico ministero ha stabilito la chiusura della contestazione al 2002, nonostante l’accusa si fosse protratta sino a quella data.
Il Tribunale, accogliendo la richiesta del pm, ha assolto Antonio Moccia per l’accusa compresa tra il 1998 e il 2002. Tuttavia, gli avvocati difensori hanno ritenuto illegittima la limitazione temporale dell’assoluzione e hanno presentato appello, sostenendo che la stessa dovesse estendersi al 2012, quando la contestazione è stata formalmente chiusa. Parallelamente, Moccia è stato sottoposto a un ulteriore processo per il periodo 2004-2010, che si era concluso con una condanna a 26 anni di reclusione per associazione camorristica.
Nel ricorso alla Cassazione, i legali Quatrano e Senese avevano evidenziato l’irregolarità della chiusura della contestazione al 2002, argomentando che questa avrebbe dovuto comprendere tutto il periodo fino al 2012. La Suprema Corte ha accolto la tesi difensiva, annullando senza rinvio la sentenza che limitava l’assoluzione al 2002. Questo verdetto non solo estende l’assoluzione di Antonio Moccia fino al 2012, ma di fatto annulla la condanna a 26 anni inflitta per il periodo 2004-2010, poiché la stessa si sovrappone a un giudicato ormai consolidato.