Emanuele De Maria avrebbe pianificato di uccidere prima Chamila Wijesuriya, la barista 50enne dell’hotel Berna di Milano, e poi il collega Hani Nasr, che si è difeso ed è sopravvissuto. Il detenuto napoletano era evaso dal carcere Bollate e si ammazzato ieri gettandosi dal Duomo di Milano.
Secondo l’Ansa, è questa l’ipotesi del pm di Milano Francesco De Tommasi nell’indagine sulla morte della donna, accoltellata alla gola. Il pm ha disposto le autopsie anche per accertare se l’uomo, autore di un omicidio e di un tentato omicidio premeditati, avesse assunto droga. Già condannato in via definitiva a 14 anni 3 mesi per l’omicidio di Oumaida Rached a Castel Volturno, il 35enne lavorava con entrambi nel Hotel Berna.
I movimenti di De Maria
Le indagini, coordinate dal pm De Tommasi e affidate a Polizia e Carabinieri, stanno ricostruendo i movimenti di De Maria nelle 48 ore precedenti al suo suicidio per capire dove è stato durante le notti di venerdì e sabato e se qualcuno, ignaro del suo piano omicida, gli abbia dato ospitalità. Gli accertamenti stanno cercando di appurare cosa abbia fatto negli orari in cui è sparito dai monitor delle telecamere e dalle celle telefoniche.
La chiamata con il telefono di Chamila
Al momento si sa che ha spento il cellulare e ha chiamato la madre e la cognata con il telefono di Chamila – che poi ha gettato in un cestino in via Bignami – per chiedere “perdono” e spiegando loro di aver fatto una “cazzata”.
Dopo le 17 di venerdì, quando è stato ripreso sulle scale della metropolitana, di lui si sono perse le tracce fino alla mattina dopo, quando alle 6.17 è arrivato all’Hotel Berna e ha tentato di uccidere il collega. Poi è sparito di nuovo, fino a quando ieri poco prima delle 14 si è gettato dalla terrazza del Duomo, dove era salito come un normale turista pagando il biglietto e senza essere riconosciuto in quanto i controlli riguardano armi, esplosivi o altro, e non l’identità delle persone.