La maestra, una 61enne, fino a ieri prestava servizio presso l’istituto Ranucci (scuola dell’infanzia) del centro storico di Marano, è stata immortalata mentre maltrattava i bambini mediante spintoni, insulti e strattonamenti. Le mamme, da quanto si apprendono, si erano a più riprese lamentate del comportamento della docente e avrebbero manifestato perplessità anche alla dirigente scolastica.
Le indagini, condotte dai carabinieri della sezione operativa della Compagnia di Marano e coordinate dalla Procura di Napoli Nord, hanno fatto emergere un quadro preoccupante: tra le mura dell’aula, da ottobre a dicembre 2024, si sarebbe consumata una vera e propria pedagogia del terrore. La maestra, oggi sospesa con un provvedimento di interdizione firmato dal Gip del Tribunale di Napoli Nord, è ritenuta gravemente indiziata di aver sottoposto i bambini a ripetuti episodi di violenza psicologica e fisica.
Offese, minacce, schiaffi, strattonamenti: non semplici e isolati eccessi di autorità, ma, secondo gli inquirenti, un comportamento sistematico e destabilizzante. Le conseguenze si sono riflesse nel comportamento dei bambini, diventati improvvisamente più chiusi, impauriti, insofferenti alla scuola. Alcuni genitori, insospettiti dai cambiamenti, hanno deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine.
Le loro segnalazioni hanno dato avvio a un’indagine approfondita: testimonianze, consulenze psicologiche e riscontri sul campo hanno delineato un contesto grave, tale da rendere necessaria la sospensione immediata dell’insegnante per un anno. Una misura cautelare adottata per evitare il rischio di reiterazione del reato e tutelare l’incolumità psicofisica dei bambini.
Il procedimento è ancora nella sua fase iniziale e l’insegnante potrà far valere le proprie ragioni nel corso dell’inchiesta, come previsto dal principio della presunzione di innocenza.
Resta lo sgomento di una comunità e il dolore di famiglie che hanno affidato i loro figli a un ambiente che avrebbe dovuto essere sicuro e accogliente, e che invece — almeno secondo le accuse — è diventato teatro di paura e sofferenza.