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DECEDUTI E GUARITI IN CAMPANIA
“Da lunedì 7 Dicembre Campania zona arancione”, l’anticipazione dell’agenzia LaPresse sul cambio colore
Otto regioni verso il cambio colore
Cambia ancora colore la mappa dell’Italia: sono otto le regioni pronte ad entrare in una nuova fascia di rischio, in base all’indice Rt di contagio. Si tratta di Campania, Valle d’Aosta, Toscana, Emilia-Romagna, Friuli, Marche, Puglia e Umbria. La Campania sarà zona arancione da lunedì 6 dicembre: l’ordinanza che sancisce il ‘passaggio’ di colore dovrebbe essere firmata nelle prossime ore dal ministro della Salute Roberto Speranza. L’eventuale passaggio in zona gialla sarà oggetto di valutazioni nei successivi dieci giorni. Secondo il report dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute, sono tre le regioni giudicate a rischio ‘alto’: Puglia, Sardegna e Calabria (giudicata non valutabile e quindi equiparata alla fascia di rischio maggiore). Gran parte delle Regioni sono considerate a rischio moderato mentre Basilicata e Campania sono considerate a rischio basso.
“Zona rossa solo propaganda, vietato andare nelle seconde case in Campania”, pugno duro del Governatore. L’intervento odierno di Vincenzo De Luca è stato molto atteso dai tanti cittadini campani, che attendono la decisione sul colore della Campania. Ieri il Governo ha confermato che ricorrerà alla divisione tra zona rossa, arancione e gialla. Infatti domenica si attende la nuova ordinanza del Ministro Roberto Speranza.
L’ANNUNCIO DI DE LUCA SULLA CAMPANIA
Il Governatore, oggi, ha annunciato: “La Campania uscirà dal Covid prima delle altre Regioni. Abbiamo raddoppiato le terapie intensive che ormai sono al 27% d’occupazione. Dalla prossima settimana riapriremo le attività chirurgiche e le prestazione dai privati. Siamo la Regione che combatte con meno risorse delle altre. Ci hanno mandato 10 anestetisti, 160 tra medici e infermieri. Siamo un’eccellenza perché abbiamo dati oggettivi, percentuali di mortalità covid e occupazioni delle terapie intensive tra le più basse d’Italia. Non c’è la fila al Cardarelli e al Cotugno. Nella seconda ondata nessuno è stato messo sui materassini a terra come al Nord, abbiamo retto meglio di tutte le altre Regioni. Non si sono aperti ricoveri nelle chiese e nelle palestre”.
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