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Terremoto a Forcella, scarcerato il boss Buonerba

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Ventuno anni di carcere e tre mesi di casa lavoro. Questo quanto scontato fino ad oggi da Giuseppe Buonerba indicato come il reggente dell’omonimo gruppo dei ‘capelloni’ di stanza in via Oronzio Costa la famigerata ‘strada della morte’. Il boss, grazie al suo legale Mauro Zollo, aveva ottenuto dapprima una continuazione con una riduzione di ben 11 anni di reclusione e nelle scorse ore la revoca della casa da lavoro.

L’uomo è il marito di Emilia Sibillo, balzata agli onori delle cronache per una frase: «Guagliù questa occasione ce la manda il Padreterno». Una frase emblematica per i giudici che la condannarono in primo grado a trent’anni in relazione all’omicidio di Salvatore D’Alpino, ras del Mercato, ucciso dal gruppo Buonerba durante la guerra tra i ‘capelloni’ via Oronzio Costa e i Sibillo.

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La Corte d’Assise d’Appello di Napoli (IV sezione) esclude invece la premeditazione per Emilia Sibillo, moglie del ras Giuseppe Buonerba, condannando la donna (solo omonima dei Sibillo della ‘paranza dei bambini’) a vent’anni di reclusione. Accolta la linea presentata dai suoi difensori che dimostrarono come dalle conversazioni emergesse una scansione temporale incompatibile con un omicidio programmato nel tempo.

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