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venerdì, Marzo 29, 2024
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Cacciato dalla palestra perchè nero:«Per te non c’è posto»

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«Per te non c’è posto», sono queste le parole che il gestore di una palestra a Monselice, in provincia di Padova, ha pronunciato nei confronti di Karamba, un senegalese di 31 anni che voleva iscriversi. Per il suo amico Umberto, invece, 32enne italiano, nessun problema.

«Non sono assolutamente razzista, ma ho avuto brutte esperienze con utenti di colore e quindi ora faccio selezione», spiega il gestore della palestra, Rodolfo Boetto, a “Il Mattino di Padova”.
L’episodio è stato raccontato al quotidiano dallo stesso Karamba Diouf, arrivato anni fa in Italia e che oggi lavora in una cooperativa impegnata nell’accoglienza. «Due settimane fa mio cugino è venuto a chiedere a questa palestra se c’era posto per lui – dice Karamba -. Gli è stato risposto che era tutto pieno. Lui parla effettivamente male l’italiano e quindi sono ritornato dopo qualche ora io. Stessa risposta; anzi, mi è stato chiaramente detto che per ‘noi’ non c’è posto in palestra».

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E il discorso non cambia quando poi Karamba si ripresenta qualche sera fa nella stessa palestra. Il titolare risponde: «Questo è un circolo privato e abbiamo solo 200 posti. Al momento è tutto pieno. Quando uno si toglie, ne può entrare un altro. Se vai avanti per questa strada trovi una palestra che invece apre a tutti». Dopo aver ascoltato la conversazione registrata da Karamba, Alberto Ruggin di +Europae collega del senegalese pensa a un test: mandare l’amico italiano Umberto in palestra per avanzare la stessa richiesta di Karamba.

La risposta del titolare però è la seguente: «Per giugno siamo aperti dalle 10 fino alle 22 dal lunedì al venerdì ma a luglio gli orari cambiano». E poi dopo alla domanda di Umberto «Ci sono orari in cui è strapieno?», il titolare della palestra replica: «Qui è difficile aspettare! Se ti interessa non occorre avvisare: puoi venire anche domani».

«Non chiamatemi razzista – precisa poi il titolare della struttura -. Il 30 per cento dei miei iscritti è straniero e ho anche utenti della pelle nera, che vivono qui da tempo, che lavorano e che sono perfettamente integrati. Purtroppo nell’ultimo anno, con l’aumentare di utenti di colore, sono aumentati anche episodi spiacevoli. Ci sono stati furti negli spogliatoi e ho elementi certi per attribuirli a loro. È frustrante perdere clienti in questo modo. Quando entra qualcuno di loro, guardo molto a come si presenta e valuto l’opportunità o meno di iscriverlo».

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