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venerdì, Aprile 26, 2024
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Camorra a Rimini, indagini partite dal pestaggio di un ras dei Nuvoletta. NOMI e FOTO

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Botte, estorsioni ad imprenditori e regolamenti di conti tra due cellule camorristiche rivali. A Rimini stava per esplodere una vera e propria guerra di camorra, scongiurata solo grazie a un’indagine lampo dei carabinieri della locale compagnia di Rimini, coordinata dalla Procura romagnola e da Procura di Bologna, direzione distrettuale antimafia. In manette, nel mattinata odierna, sono finite dieci persone: tra essi sette degli arrestati si trovano ora in carcere con l’accusa di associazione di stampo mafioso, tre ai domiciliari con quelle di percosse e lesioni. Le indagini sono partite nell’ottobre nel 2018 e hanno permesso ai militari di sgominare due associazioni di stampo camorristico.

La prima, quella più radicata nel territorio romagnolo, aveva iniziato con le minacce,poi l’assoggettamento e infine l’estorsione ai danni di imprenditori attivi sul territorio, in particolare il titolare campano di una ditta di autotrasporti riminesi molto attiva sul territorio. A capo del gruppo Ciro Contini, ras di Capodichino, nonchè nipote di Eduardo Contini ‘o romano uno dei capi dell’Alleanza di Secondigliano: il suo gruppo si era specializzato soprattutto nel riciclaggio per ripulire i soldi guadagnati con l’attività estorsiva, in particolare tramite un’agenzia di autonoleggi, la Viserba Rent di Rimini intestata ad Armando Savorra, pluripregiudicato napoletano di 62 anni, ma di fatto gestita da Antonio Acampa ritenuto il suo braccio destro. Contini junior, stando a quanto trapelato dalle indagini, aveva preso la residenza in riviera e aveva creato un gruppo agguerritissimo che in poco tempo si era messo in contrasto con gli altri gruppi che gravitavano nella zona. Della prima facevano parte Massimiliano Romaniello, di 45 anni, Antonio Di Dato, di 43 anni, e Giuseppe Ripoli di 41, il secondo era un criminale considerato autonomo, Rosario Pio De Sisto, pluripregiudicato di 61 anni legato al clan dei Nuvoletta di Marano. E’ proprio quando quest’ultimo viene malmenato dai sicari di Contini che partono le indagini.

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De Sisto subisce nell’autunno del 2018 un tentativo di estorsione da parte del sodalizio guidato da Contini che tenta di costringerlo a favorirgli ben 30mila euro. Per far capire al rivale di essere intenzionati a imporsi con le cattive, i nuovi arrivati lo pestano brutalmente. Lui, De Sisto, nell’ottobre del 2018 corre al pronto soccorso, dove il referto parla chiaro: 50 giorni di prognosi. Qualche tempo dopo, sarà Ripoli, uno dei membri della cellula già attiva a Rimini a subire lo stesso trattamento nel capannone di un imprenditore cui la banda di Contini estorceva 3mila euro al mese prendendolo a martellate sulle mani.

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