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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Camorra di Miano. Il gran ritorno dei Lo Russo:«Il sangue non cancella i re»

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Qualcuno lo ha già ribattezzato ‘il gran ritorno dei Lo Russo’: «Il sangue non cancella i re», è questa una delle scritte che campeggia in quella che è ritenuta la roccaforte dei ‘Nuovi Lo Russo’, ossia il gruppo riunito sotto la figura di Giuseppe Lo Russo che, secondo le ultime informative, starebbe tentando di riportare in auge il clan che fu dei fratelli Salvatore e Carlo. Scritte che fanno da contraltare a quelle che invece davano contro i ‘capitoni’ all’indomani del pentimento di Carlo. L’indiscrezione già trapelata nei mesi scorsi (come preannunciato da Internapoli) e che si avvarrebbe anche dell’analisi fatta dall’ultima relazione della Dia e delle dichiarazioni trapelate in un’intercettazione di un personaggio di alto rango del gruppo, Domenico Mollica, cognato dei ‘padrini’:«Peppe e Mimmo sono uomini veri, hanno intorno a loro 50 persone, anche Enzo e Tonino sono uomini». Secondo gli investigatori più esperti Tonino e Enzo sarebbero Vincenzo e Antonio Lo Russo, figli di Domenico Lo Russo.

Vincenzo Lo Russo in particolare viene indicato come particolarmente feroce dai suoi stessi parenti. Significativo il profilo da lui fatto da suo zio Carlo Lo Russo quando decise di collaborare con la giustizia:«È mio nipote di cui ho parlato a proposito del pane, imponeva il pane da tutte le parti. È un ragazzo che considero cattivo come il padre». E’ questa dunque la ‘fotografia’ di Miano che emerge dalle ultime informative delle forze dell’ordine. Per questo dopo il pentimento di zì Carlo il territorio è apparso facile preda di quelle famiglie che, cresciute all’ombra dei capitoni, hanno poi tentato di fare il grande salto e di costituire un proprio gruppo autonomo: i Nappello-Annunziata (ricordiamo che Valerio Nappello era uno degli uomini più fidati di Antonio Lo Russo), i Perfetto (Raffaele Perfetto era il braccio destro di Salvatore), i Balzano-Cifrone. La nuova situazione creatasi a Miano sarebbe stata sancita dal duplice omicidio di Biagio Palumbo e Antonio Mele, ossia un messaggio a quei vecchi colonnelli che stavano cercando di riconquistare una fetta del potere.

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