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giovedì, Maggio 9, 2024
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Racket sui lavori all’ospedale di Pozzuoli, 3 condanne: ci sono anche i parenti del boss

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Tre condanne per estorsione nel processo che vedeva alla sbarra tre persone accusate di aver chiesto il pizzo ad un imprenditore per alcuni lavori all’interno dell’Ospedale di Pozzuoli. Imputati nel processo svolto col rito Abbreviato stamattina dinanzi alla 24esima sez. Gip del tribunale di Napoli, c’erano il 58enne Ferdinando Longobardo, fratello del capoclan Gennaro Longobardi, il 36enne Salvatore Carullo, genero di Gennaro Longobardi e il 27enne Marco Vaccaro. Condanna mite per Vaccaro (difeso dall’avvocato Luca Gili), verso cui erano stati chiesti 8 anni mentre ha incassato 4 anni e 6 mesi; stessa richiesta per Carullo, condannato a 4 anni e 6 mesi; Longobardo, verso cui erano stati chiesti 10 anni, ha incassato la pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione. L’accusa era rappresentata dal Pm della DDA di Napoli Gloria Sanseverino.

Secondo le indagini i tre avrebbero chiesto una tangente da 150mila euro per un appalto da 3 milioni e mezzo di euro per alcuni lavori all’interno dell’Ospedale di Pozzuoli e la richiesta di pizzo mensile da 400 euro sull’installazione in regime di «monopolio camorristico» dei videopoker. Con queste accuse furono arrestati dai carabinieri del reparto operativo del nucleo investigativo di Napoli, secondo cui i tre avrebbero preso di mira la ditta edile che ha realizzato i lavori nell’ospedale napoletano imponendo una tangente da 150mila euro a favore degli «Amici di Pozzuoli», come in gergo criminale si autodefinisce la cosca che fa capo ai Longobardi-Beneduce, per anni clan egemone tra Pozzuoli e Quarto prima dell’ascesa della cosca dei Ferro e dei Pagliuca.

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Fondamentale nell’arresto dei tre finiti in manette, nel blitz scattato tra Monterusciello e Quarto, sarebbe stata la collaborazione da parte delle vittime. In particolare, i carabinieri tenevano d’occhio da mesi soprattutto Ferdinando Longobardo, sottoposto alla misura della sorveglianza speciale e sul cui capo pende una richiesta di condanna a 10 anni di reclusione nell’ambito dell’inchiesta «Iron Men» che a novembre di due anni fa portò ai 46 arresti che decimarono la cosca dei Ferro e dei Longobardi. Pedinamenti in borghese, intercettazioni ambientali e telefoniche hanno messo i militari sulle tracce dei tre presunti estorsori del clan. S

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