. Ma restano i nodi su appunti, soldi e Dna
Andrea Sempio torna sotto i riflettori. E lo fa in grande stile televisivo, prima a Cinque Minuti da Bruno Vespa, poi a Porta a Porta. Di nuovo indagato per l’omicidio in concorso di Chiara Poggi, Sempio racconta la sua versione dei fatti e si definisce vittima di un accanimento che gli avrebbe stravolto la vita.
“Un certo accanimento c’è”, dice Sempio, ospite da Vespa, spiegando di vivere come in una gabbia. “Sono tornato nella mia vecchia cameretta, a quasi quarant’anni. È come stare ai domiciliari”, afferma, rievocando un’esistenza congelata dal 2007, quando il delitto di Garlasco sconvolse il paese.
Il nodo dell’appunto: soldi, archiviazioni e sospetti
Al centro della nuova indagine ci sono soprattutto gli appunti trovati in casa Sempio. Fogli che elencherebbero circa 50mila euro di spese legali, ma anche la famigerata nota “Venditti gip archivia x 20-30 euro”, interpretata dagli inquirenti come possibile traccia di una corruzione in atti giudiziari.
Sempio respinge le accuse e ridimensiona tutto: “Era un appunto banalissimo, quello che costava ritirare le carte dell’archiviazione: 20-30 euro. Non migliaia. Mio padre si segna tutto”.
Gli inquirenti non la vedono così. Ed è su questi appunti che è nata l’indagine a carico del padre Giuseppe e dell’ex procuratore aggiunto Mario Venditti, accusati di una archiviazione “troppo veloce” nel 2017.
Domande in anticipo? “Mai ricevute”
Sempio liquida anche il tema delle presunte domande anticipate dai magistrati:
“Non c’è stato nessun passaggio di domande. Parlavo sempre degli stessi argomenti, anche nelle interviste”.
Il Dna: traccia parziale, mai definitiva
Il cuore della nuova attenzione investigativa resta però il Dna rinvenuto sulle unghie della vittima.
Una traccia definita da tutte le consulenze come parziale, non ripetibile e scientificamente fragile.
Sempio sottolinea che persino le consulenze più dure nei suoi confronti non lo incastrano davvero:
“Non arrivano mai a dire con certezza che lì c’è il mio Dna”.
E aggiunge che, se si fosse trattato della traccia lasciata da un aggressore, sarebbe stata molto più evidente.
Verso l’incidente probatorio
Ora tutta l’inchiesta ruota attorno al prossimo passaggio:l’incidente probatorio fissato per il 18 dicembre a Pavia. Il momento in cui giudici e consulenti dovranno dire l’ultima parola sulla famigerata traccia genetica.
Sempio appare convinto: “Male che vada si arriverà comunque alla stessa conclusione: una traccia non precisa”.


