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giovedì, Aprile 18, 2024
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“Da coppola e lupara ad azienda, così Ciccio e Peppe Mallardo hanno cambiato il clan”, il racconto del pentito Pirozzi

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Ha ricostruito le origini del clan Mallardo, la sua ascesa ed anche il suo cambiamento nel corso degli anni. Il pentito Giuliano Pirozzi ha fatto nomi, cognomi e ricostruito fatti e circostanze sui rapporti tra imprenditoria e clan Mallardo nel processo col rito Ordinario che vede alla sbarra presunti prestanome della cosca di Giugliano, accusati di aver riciclato ed effettuato investimenti in Toscana per conto dell’organizzazione criminale. Pirozzi è partito dalle origini.

L’origine dei Mallardo

“Francesco Mallardo insieme a suo fratello, Giuseppe Mallardo, è stato il fondatore del clan Mallardo per rivendicare la morte, della faida contro i Maisto, di suo padre, che fu ammazzato dai Maisto negli anni ‘70. Ciccio Mallardo e Giuseppe Mallardo hanno passato la maggior parte della loro vita in carcere e quindi molte volte si sono avvalsi di veri e proprio luogotenenti, uomini di fiducia che gli hanno portato l’attività criminale avanti con mezzi e forze intimidatorie sempre a proprio nome. Sono due personaggi di spicco molto importanti perché dobbiamo dire che Ciccio Mallardo non solo… il clan Mallardo ha il potere su Giugliano in Campania ed è gemellato con il clan di Villaricca e dei casalesi, ma il clan Mallardo è molto ramificato, è molto potente proprio nella città di Napoli in quanto hanno formato l’alleanza di Secondigliano perché Ciccio Mallardo, Edoardo Contini, Patrizio Bosti hanno sposato le sorelle Aieta che appartenevano alla camorra di Napoli centro, zona del Vasto – Arenaccia, quindi il clan Mallardo può essere considerato uno dei clan più potenti d’Italia, con una doppia ramificazione, quindi sia nell’hinterland del giuglianese e di Napoli nord, ma soprattutto nella centralità di Napoli criminale”.

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La figura di Ciccio Mallardo

Ciccio Mallardo ha vissuto la maggior parte della sua vita in carcere, tranne alcuni periodi perché lui soffriva di una patologia al cuore e quindi molte volte avendo dei permessi speciali, case di riposo, dove ci sono state alcune fughe da parte sua, soprattutto mi ricordo una volta scappo di clinica del nord e un’altra volta è e scappato dall’ospedale di Giugliano, dove fu catturato nell’aprile del 2000 nell’operazione Fava e Ventresca, dove c’erano presenti tutti i vertici dei Mallardo, come Gennaro Catuogno, Raffaele Mallardo detto Cicchirocco, ‘o scoiattolo, Giuliano Amicone, Francesco Napolitano, Feliciano Mallardo,  furono trovati in un casale nella zona ASI di Giugliano, zona industriale, località Riccio, in una trattoria.

Il potere dei Mallardo

“Sono infiltrati in numerose attività economiche sia dal punto di vista proprio dell’imponibile della società, come soci di fatto, sia nel controllo attraverso una supervisione e quindi non comparendo come una sorta di estorsione. Dipende dal tipo di attività. Sono molto impegnati loro soprattutto nei distributori di benzina, ultimamente nell’imposizione del pane, nei fuochi di artificio, nelle costruzioni, ultimamente si stavano diramando fuori regione, nelle gioiellerie, ma tutto questo nasce nel corso del tempo, dottoressa, perché la camorra che hanno vissuto loro negli anni ‘80, durante la faida fra i Maisto, i Piripicci, il gruppo di Pietro Nappa e il clan Mallardo, che fu vinta dal clan Mallardo quando furono ammazzati i fratelli D’Alterio per ordine di Ciccio e Giuseppe Mallardo, la camorra era di stampo vecchio, aveva quei modi proprio fatti non dal punto di vista imprenditoriale, ma adesso la camorra è diventata un’agenzia di servizi, non è più coppola e lupara, è un tutto fare, una multiservice, dove qualsiasi persona oramai cerca di trovare nuovi fonti di lavoro, nuovi prestanomi cercando di riciclare tutte queste attività…”

Il processo

Nella prossima udienza del 3 maggio saranno ascoltati gli investigatori della Squadra Mobile di Firenze che hanno condotto le indagini.

Nel collegio difensivo gli avvocati Vincenzo Maiello, Paolo Trofino, Mario Bruno, Raffaele Costanzo, Michele Giametta, Francesco Smarrazzo, Biagio Borretti, Giovanni Nappa, Luigi Poziello e Giampaolo Schettino. 

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