Domenico Ciccarelli avrebbe incassato i soldi delle estorsioni anche nella sua casa a Caivano. A scoprire questo dettaglio è stata la DDA di Napoli, coordinata dal capo della Procura Nicola Gratteri, che ha indagato anche utilizzando le immagini.
Il Nucleo Investigativo del Gruppo di Castello di Cisterna ha trovato i riscontri attraverso le riprese captate grazie al sistema di videosorveglianza installata fuori l’abitazione di Ciccarelli. I frame hanno permesso di identificare in tempo reale i vari affiliati.
Il paniere del boss Ciccarelli
Lo scorso aprile, il boss ‘a Caciotta era affacciato alla finestra in attesa del suo fedelissimo Vincenzo Zampella. Dalle immagini è possibile vedere il ras delle estorsioni parcheggiare il suo T-Max all’esterno della casa di Ciccarelli e mettere una busta nel paniere. Alla fine ‘a Caciotta l’ha tirato su. Qualche minuto dopo la consegna, è stata registrata una chiamata su WhatsApp del boss ai suoi parenti: «R. ha visto i soldi! “Mamma mia oggi li dobbiamo spendere tutti al Campania“»
Arresti contro la mala di Caivano
Ieri i militari eseguivano un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, a carico di 8 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, di reati di associazione di tipo mafioso ed estorsione continuata e aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose. Sette già ristretti in carcere, a seguito dell’esecuzione dei decreti di fermo di indiziato di delitto eseguiti lo scorso 9 luglio.
L’attività ha permesso di ipotizzare la continua operatività del clan Ciccarelli, nonché di evidenziare le nuove dinamiche criminali emerse a seguito dei riassetti conseguenti agli arresti degli esponenti di vertice del clan Angelino – Gallo.
Le indagini, condotte dallo scorso mese di ottobre 2024, hanno consentito di raccogliere plurimi elementi indiziari, avvalorati dal GIP di Napoli che ha applicato la misura cautelare in relazione a diversi episodi di estorsione aggravata ai danni di imprenditori e commercianti dell’area.
Sequestrata la ‘lista’ delle estorsioni, era l’eredità dei clan di Caivano