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Minacce al pentito del clan dei Casalesi, arrestati il ras e il fratello

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Stamattina a Casal di Principe e a Voghera, personale del Nucleo Investigativo
Carabinieri di Perugia, con l’ausilio di militari dei Comandi Arma territorialmente competenti, ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta dalla Procura, diretta da Nicola Gratteri,  a carico di due fratelli originari di Casal di Principe.

Sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all’Autorità Giudiziaria con il riconoscimento delle
circostanze aggravanti per reati connessi ad attività mafiose.

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Il provvedimento cautelare giunge al termine di un’articolata attività di indagine condotta dai Carabinieri di Perugia in seno ad altro procedimento penale instaurato presso quella Procura della Repubblica, per associazione -finalizzata al traffico internazionale di droga.

Arrestato per droga in Francia

In tale contesto era coinvolto un soggetto, tratto in arresto in flagranza di reato poiché, al confine con la Francia, nel marzo 2023, era stato trovato in possesso dai militari perugini di 35 kg di eroina e cocaina.

Lo stesso, conseguentemente, aveva deciso di collaborare con la giustizia e riferire in merito alle illecite attività delittuose poste in essere dal sodalizio sottoposto ad indagini, nel cui ambito era emerso anche uno dei due fratelli, già destinatario, di un provvedimento cautelare in carcere emesso dall’Autorità Giudiziaria di Perugia, eseguito nell’aprile nel 2024, ed attualmente ristretto nel carcere di Voghera.

Minacce al pentito del clan dei Casalesi

Nel corso delle successive indagini emergevano una serie di condotte illecite attuate nell’arco temporale ricompreso tra il maggio 2024 e giugno 2025 periodo in cui uno degli indagati, benché ristretto presso una struttura carceraria, in quanto elemento di vertice del clan dei Casalesi, avvalendosi della collaborazione del fratello non detenuto, aveva fatto recapitare al collaboratore di giustizia 8 lettere dattiloscritte e manoscritte dal contenuto intimidatorio.

Le lettere inoltrate avevano lo scopo di indurre il destinatario a non rendere dichiarazioni o a renderle mendaci in favore dell’uomo detenuto in quanto, appunto, coimputato nel citato procedimento per associazione finalizzata al traffico interazionale di droga, approvvigionate all’estero e destinate alle piazze di spaccio di Perugia ed altre realtà territoriali nazionali.

 

Si precisa che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari, che gli odierni indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva e che la misura cautelare è stata adottata con contraddittorio limitato alla fase delle indagini preliminari e che il Giudice della fase processuale potrà anche valutare l’assenza di ogni forma di responsabilità a capo agli indagati

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