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Racket per il clan Mazzarella: “Di’ al tuo titolare di portare 100mila euro…”

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Due estorsori dei Mazzarella sarebbero andati a minacciare il dipendente di un centro scommesse nel quartiere di Poggioreale. Lo scorso 27 ottobre un emissario del clan Vincenzo Basso, accompagnato da Felice Ferretti, avrebbero detto al dipendente: “Di’ al tuo titolare di portare la somma di 1000000 ai Mazzarella“. C’è anche questo dettaglio nell’ordinanza di custodia cautelare emessa contro il potente cartello criminale della città di Napoli. Il titolare del centro scommesse ha denunciato le minacce subite alla polizia.

Il ras dei Mazzarella ordinò un’estorsione da 100mila euro

Il ras del clan Mazzarella è accusato di essere stato il mandante un’estorsione al titolare di una sala scommesse a Napoli. Stamattina Maurizio Virente è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare insieme agli affiliati Raffaele Bove, Salvatore Ricciardi, Basso, Maria Febbraio, Ferretti.

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Tra Napoli e Pomigliano la Polizia di Stato ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 soggetti, gravemente indiziati del reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Nello specifico, nello scorso mese di ottobre, alcuni esponenti dei Mazzarella avrebbero avvicinato il titolare di una sala scommesse nel quartiere di Poggioreale, intimandogli di pagare un’estorsione di 100mila euro per poter continuare a svolgere la sua attività imprenditoriale.

Le indagini sulla tentata estorsione del clan Mazzarella

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Napoli hanno consentito di ricostruire le diverse fasi della vicenda: dalla preparazione dell’estorsione, alla individuazione dei soggetti che avrebbero dovuto avvicinare la vittima, fino alla materiale esecuzione delle minacce.

Il ras Virente era ai domiciliari

Gli elementi raccolti, inoltre, avrebbero documentato il coinvolgimento di Virente come mandante dell’estorsione. Nonostante fosse sottoposto al regime degli arresti domiciliari, Virente sarebbe stato in grado di gestire in maniera continua ed efficace gli interessi dell’organizzazione criminale e tutte le fasi di progettazione e attuazione dell’estorsione al titolare del centro scommesse.

Il provvedimento in parola è una misura cautelare, eseguita in sede di indagini preliminari, avverso la quale sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, come tali, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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