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Agguato nella faida di camorra, inflitti 110 anni di carcere ai boss

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Cinque condanne e 110 anni di carcere complessivi sono inflitti per l’omicidio di Domenico Cioffo. L’uomo venne ucciso a San Cipriano d’Aversa il primo febbraio 1995 durante la faida di camorra tra il clan dei Casalesi e il gruppo di Giuseppe Quadrano del quale Cioffo era un affiliato.

Come riporta CasertaNews il gup Marco Discepolo del tribunale di Napoli ha accolto le richieste del sostituto procuratore Simona Belluccio della Dda e ha inflitto 30 anni di carcere ciascuno per Walter Schiavone, fratello del boss Francesco Sandokan, Raffaele ‘Rafilotto’ Diana e Vincenzo Zagaria. Infine 10 anni di reclusione per i collaboratori di giustizia Nicola Panaro e Giuseppe Misso.

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Secondo la ricostruzione della Dda partenopea, gli imputati insieme a Oreste Caterino  – deceduto – avrebbero teso un agguato a Cioffo. Contro la vittima vennero esplosi colpi di arma da fuoco che lo hanno raggiunto al capo e al corpo, provocandone la morte. Il movente dell’omicidio fu quello dell’affermazione della supremazia del clan dei Casalesi.

In particolare, Walter Schiavone e Vincenzo Zagaria in qualità di boss all’epoca del clan dei Casalesi diedero l’ordine di eliminare l’affiliato dei Quadrano. Misso, Panaro e Caterino furono gli esecutori materiali dell’efferato delitto. Reperirono le armi, pistola e fucile, l’autovettura, una Alfa 33, e si appostarono per due giorno presso l’abitazione di Francesco Compagnone, in attesa del momento giusto per far fuori Cioffo. Raffaele ‘Rafilotto Dianna ebbe il ruolo di specchiettista.

Nel collegio difensivo sono stati impegnati gli avvocati Pasquale Diana, Maria Di Cesare, Maurizio Balzano, Pasquale Davide De Marco, Antonio Di Micco.

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