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Cos’è la “facies hippocratica”, i segni sul volto di Papa Francesco che ne annunciavano la morte

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La morte di Papa Francesco era pressoché annunciata. Un segnale forte e chiaro era da ricercarsi nemmeno tanto dal ricovero in ospedale a causa della polmonite bilaterale in sé per sé, quanto dai segni presenti sul volto del Pontefice che costituivano, di fatto, una summa di tutte le sofferenze accumulate negli ultimi tempi.

Stiamo parlando della cosiddetta “facies hippocratica”, ossia dell’insieme dei segni che caratterizzano solitamente il volto del malato negli istanti precedenti il decesso.

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Cos’è la “facies hippocratica”, i segni sul volto di Papa Francesco che ne annunciavano la morte imminente

Ma quali sono i segni tipici della “facies hippocratica”, che negli ultimi tempi hanno fortemente caratterizzato anche il volto di Bergoglio? Occhi infossati, volto scavato e senza espressione, pelle grigia e disidratata, pallore attorno alla bocca, tempie incavate, orecchie tese e fredde. Soprattutto, il naso affilato, ovvero dimagrito, sottile, quasi scheletrico. C’era tutto questo sul volto di Papa Francesco domenica, 20 aprile, il giorno prima di morire per un ictus cerebrale, durante l’ultima benedizione Urbi et Orbi e il giro sulla “Papamobile” scoperta tra la folla dei fedeli sopresi.

Secondo i medici, si tratta quindi di una serie di espressioni e caratteristiche che indicano uno stato di salute molto precario da essere considerato un segno clinico molto serio e, perciò, un presagio di morte imminente. In altre parole, un esame obiettivo delle condizioni di salute di una persona.

Ippocrate fu il primo a parlarne

“Faccia hippocratica” deriva da Ippocrate, il padre della medicina, che per primo descrisse questo aspetto nei suoi scritti, in particolare nel trattato “Prognosticon”, parte del “Corpus Hippocraticum”. La sua osservazione era clinica, basata sull’esperienza diretta dei malati, ed è diventata uno dei primi esempi di attenzione ai segni fisici visibili per la prognosi. Ecco cosa scriveva:

“Quando il volto assume tale aspetto: naso appuntito, occhi infossati, tempie affossate, orecchie fredde e retratte, lobi contorti, pelle del volto tesa e secca, colorito pallido, nerastro o plumbeo […] Ciò indica che la morte è vicina”.

Ippocrate usava questa osservazione per valutare la gravità della malattia e la prognosi del paziente. Oggi, anche se la medicina moderna ha strumenti molto più avanzati, la facies hippocratica resta un’importante testimonianza del valore clinico dell’osservazione diretta.

 

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Nicola Avolio
Nicola Avolio
Giornalista pubblicista, mi sono avvicinato per la prima volta alla professione iniziando a collaborare con la testata "La Bussola TV", dal 2019 al 2021. Iscritto all'albo dei pubblicisti da giugno 2022, ho in seguito iniziato la mia collaborazione presso la testata "InterNapoli.it", e per la quale scrivo tuttora. Scrivo anche per il quotidiano locale "AbbiAbbè" e mi occupo prevalentemente di cronaca, cronaca locale e sport.