C’è un filo diretto che lega il Bronx di San Giovanni a Teduccio a San Pietro a Patierno. Un filo rosso sangue. Quello del sangue di chi si è messo in mezzo, di chi ha soltanto osato fare da intermediario o portato un messaggio. E’ questo il destino che accomuna Annamaria Palmieri, la ‘Nino D’Angelo’ di via Taverna del Ferro, a Giuseppe Santangelo arrivato senza vita al San Giovanni Bosco la settimana scorsa. La donna avrebbe pagato con la vita un presunto ‘sgarro’ che avrebbe compiuto contro qualche esponente di punta della cosca dei Formicola. Palmieri potrebbe aver favorito due persone o il loro incontro, fatto questo che non sarebbe affatto piaciuto al clan: il movente di questa prima pista sarebbe dunque riconducibile al più classico dei delitti d’onore. Sullo sfondo dunque un tradimento, quello che una donna del clan Formicola avrebbe commesso nei confronti di un uomo dei Silenzio, storici alleati del gruppo di via Taverna del Ferro. La donna avrebbe favorito l’incontro dei due amanti e sarebbe stata scoperta dalla controparte segnando così la sua condanna a morte.
Anche nel delitto Santangelo i sentimenti hanno agito da ‘detonatore’: l’esecuzione del 29enne è maturata per questioni passionali. Santangelo potrebbe aver pagato con la vita l’essere venuto a conoscenza di un segreto inconfessabile o addirittura aver cercato di mediare in questioni personali tra ‘pezzi di novanta’ della camorra e in particolare riguardo un tradimento della moglie di un esponente della mala del centro storico.
