Il Comune di Sant’Antimo accoglie, in segno di gratitudine e di ammirazione, la signora Nora Petito, cittadina americana di origini santantimesi che durante la giornata di mercoledì 16 aprile ha messo piede nel suo paese d’origine, insieme al marito Bradley Graham e ai suoi tre figli Ewan, Isla e Tessa.
Nora è di ritorno da un viaggio incredibilmente speciale, alla scoperta delle proprie radici. Il suo passato è infatti strettamente legato alla comunità di Sant’Antimo, attraverso soprattutto la figura di suo nonno paterno, Antonio Petito, nato proprio a Sant’Antimo e costretto ad emigrare nel 1907 negli Stati Uniti, in particolare a Trenton, nel New Jersey.
Nora richiede il suo albero genealogico
Durante il suo soggiorno a Sant’Antimo, la donna ha fatto espressa richiesta al Comune di ottenere il suo albero geneaologico, di modo da poter ricostruire sempre meglio e sempre più dettagliatamente la storia della sua famiglia. L’obiettivo consiste infatti nel rientrare in contatto con i volti, i nomi e i luoghi dai quali hanno avuto origine i propri natali. Ripercorrendo le strade di Sant’Antimo, infatti, la donna è riuscita a riconnettersi con le sue radici più autentiche, e con il suo passato che è incredibilmente presente, gelosamente custodito dai membri della comunità di Sant’Antimo.
Le parole del sindaco di Sant’Antimo Massimo Buonanno
“Questo incontro è stato un momento carico di emozione e significato, durante il quale abbiamo condiviso storie, ricordi e un senso di appartenenza che supera ogni confine geografico. È sempre motivo di orgoglio vedere come il legame con Sant’Antimo resti vivo nei cuori dei nostri concittadini all’estero e delle loro famiglie“, si legge in un post pubblicato dal profilo Facebook del sindaco di Sant’Antimo Massimo Buonanno, ammirando il profondo cordone ombelicale che lega Nora all’Italia e in particolare a Sant’Antimo, nonostante a dividerli ci sia l’Oceano.
“A nome di tutta Sant’Antimo, desidero ringraziare la famiglia Petito per questa visita, che ci ricorda quanto sia importante mantenere vive le nostre radici e celebrare le storie che ci uniscono“, conclude il primo cittadino.