Nel corso dell’ultimo anno è stato il secondo sito d’interesse più visitato in Italia, eppure il murales di Diego Armando Maradona ai Quartieri Spagnoli ha conosciuto anni bui, che lo avevano quasi cancellato dalla mente dei tifosi del Napoli, prima che, è proprio il caso di dirlo, si aprisse una nuova finestra, che probabilmente ne ha cambiato il destino.
La storia del murales più visto d’Italia è molto simile a quella della società resa grande dal Pibe de Oro: salite e discese, falllimenti e trionfi, gioie e dolori. Il tutto ha inizio un bel pò di anni fa, precisamente alla fine del 1990. Il Napoli si era da qualche mese laureato campione per la seconda volta e l’Italia delle notti magiche si era sciolta proprio nell’allora San Paolo, diviso tra il tifo per gli azzurri di Vicini e l’amore per il fuoriclasse argentino.
Subito dopo il secondo scudetto, alcuni abitanti dei Quartieri Spagnoli contattarono l’artista Mario Filardi per immortalare Diego Armando Maradona.
Grazie ad una colletta nacque il murales dalle cui spoglie ha preso vita quello attuale sulla facciata di una palazzina di via De Deo. Maglia con sponsor Mars e scudetto bello evidente in petto che facevano risaltare il volto quasi robotizzato di un maestoso D10S. Per anni dopo il trionfo della squadra di Bigon, il murales fu visitato dai tifosi azzurri che pian piano si avviavano a conoscere gli anni bui delle retrocessioni e del fallimento. Fu proprio in quegli anni, con l’opera completamente abbandonata, che nacque il mito della finestra. L’ormai storica finestra che ‘apre’ la faccia di Diego fu, infatti, realizzata abusivamente dalla precedente inquilina dell’abitazione. Un abuso nascosto tra gli abusi. Tanto da passare quasi inosservato con l’immagine sempre più sbiadita di Maradona di rimbalzo su una zona adibita a parcheggio ed abbandonata tra degrado e malinconia.
Proprio quand la completa cancellazione sembrava inevitabile, arrivò nel 2016 la proposta a Ciro, che nel frattempo aveva preso il posto nell’abitazione della signora incline all’abuso edilizio.
“Perché non ridiamo vita al murales di Maradona?” – l’idea degli abitanti del posto che avevano già contattato l’artista Salvatore Iodice ed avuto l’autorizzazione a modificare il murales dalla madre di Filardi, scomparso nel 2010. C’era però un piccolo grande problema: la finestra. Come riprendere l’opera con quell’abuso che sfigurava il volto di Diego? Ed è proprio qui che viene fuori il genio napoletano. Ciro, il nuovo inquilino, accoglie con gioia la proposta del restyling e si impegna a tenere praticamente sempre chiusa la finestra del suo bagno. All’esterno di essa vengono posizionati due pannellini mobili in legno in modo da creare una superficie unica con la muratura dell’edificio.
Quasi un anno dopo il restyling di Iodice, l’artista argentino Francisco Bosoletti addolcisce ancor più il volto di Maradona. Per la svolta bisogna, però, attendere una data tragica per il mondo del calcio: il 25 novembre del 2020. La morte del capitano dei primi due scudetti rende il largo ai Quartieri Spagnoli un vero e proprio punto di culto per i tifosi e per i turisti che in migliaia ogni giorno rendono omaggio a Diego.
Il resto è storia d’oggi, con oltre 6 milioni i visitatori arrivati fino al largo dedicato al più forte di tutti i tempi nel 2023. Più degli Scavi di Pompei o della Galleria degli Uffizi di Firenze, alle spalle dell’inarrivabile Colosseo di Roma (12 milioni di visitatori all’anno).
Numeri che non possono essere snobbati, al punto che il sindaco Gaetano Manfredi in merito al restauro del murales di Diego Armando Maradona ai Quartieri Spagnoli. “Sul restauro si può pensare a coinvolgere uno sponsor privato. – Ha spiegato il primo cittadino – È importante preservare e non perdere il murale. Salvare tutto quanto si è creato per il turismo, la città e l’immaginario di Napoli”.
Insomma, più che di un murales, si tratta dell’ennesima finestra sul mondo per una città che, nel bene e nel male, non smetterà mai di stupire.