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sabato, Aprile 27, 2024
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Denti in Albania e Croazia, capelli in Turchia: dalla Campania boom di richieste per il turismo medico

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Invogliati dalle pubblicità in internet che promettono massimo rendimento con minima spesa, aumentano i viaggi legati al turismo dentale. Lo scorso anno circa 200.000 italiani hanno fatto le valigie per andare in Albania, Croazia, Romania, Turchia o altri Paesi per curarsi i denti. Circa il doppio rispetto all’anno prima.

Turismo dentale in aumento

Un trend in aumento, stando ai dati del report Osservatorio Compass, quello del turismo dentale; secondo il report infatti il 36% degli italiani sarebbe disposto ad andare oltre confine per protesi, impianti e terapie parodontali. Sfortunatamente in 1 caso su 3 al rientro compaiono problemi che rendono necessario un nuovo intervento. Nell’effettivo quindi la promessa “click bait” di grande risparmio si verifica spesso vana.

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Lo segnalano gli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) durante il 23esimo Congresso Nazionale. Il nostro Paese è nella top ten dei migliori al mondo per le cure parodontali e le competenze sulle malattie gengivali, stando all’analisi delle pubblicazioni scientifiche degli ultimi dieci anni.

Le parole del professore Cairo

Francesco Cairo, presidente SIdP e professore di parodontologia all’Università di Firenze spiega: “Il turismo dentale è un fenomeno che purtroppo non accenna a scomparire, anzi, qualche tempo fa perfino l’Ambasciata italiana a Tirana ha dovuto diramare una nota per richiamare i nostri connazionali alla prudenza nel recarsi in cliniche private albanesi per le cure dentali, perché queste quasi sempre non rispondono a standard di qualità soddisfacenti. I costi sono inferiori, anche tre volte più bassi, così molti italiani vanno all’estero per risparmiare sulle terapie odontoiatriche, ma i rischi non mancano: materiali scadenti, studi odontoiatrici non adeguatamente sicuri, carenze di farmaci possono inficiare il risultato finale, esponendo a pericoli come ascessi, infezioni, difficoltà di masticazione che poi devono essere risolti al rientro in Italia”

All’estero infatti spesso si ‘taglia’ sui tempi di guarigione e sui controlli post-operatori: i modi sbrigativi comportano l’inserimento di impianti in numero maggiore a quelli utili perché si dà per scontato che alcuni potrebbero non funzionare. Inoltre, le protesi sono spesso compressive delle mucose o imprecise, perché non si lascia il tempo di guarigione biologica ai tessuti ossei e gengivali. Anche la visita si limita all’invio di una lastra, mentre la pianificazione di un piano terapeutico, richiede una anamnesi approfondita del paziente per una appropriata conoscenza delle sue condizioni cliniche” puntualizza Cairo.

Gli aspetti negativi del “turismo dentale”

È giusto dubitare, perché si stima che almeno una persona su tre abbia qualche problema al rientro in Italia, con conseguenze anche serie che comportano un nuovo intervento con costi che possono diventare proibitivi, assai più alti che se si fosse gestita la situazione in modo corretto fin da subito. Gli esperti della British Dental Association qualche tempo fa avevano intervistato i dentisti inglesi scoprendo che il 94% di loro aveva trattato pazienti che si erano rivolti all’estero per cure dentali; nel 60% dei casi gli eventi avversi erano gravi, per esempio si erano verificate infezioni o ascessi”

Si stima che ci sia un 20% di casi in cui si utilizzano materiali scadenti o non conformi, un altro 15% di casi in cui le protesi non sono funzionali o sono adattate in fretta e furia, o magari ancora funzionano, ma i tessuti di supporto sono infetti. Spesso infatti si interviene mettendo impianti, ponti o corone senza pensare a curare i tessuti di supporto e senza prima risolvere infiammazioni, granulomi o altri problemi. Tutto questo compromette la salute orale, che invece viene tutelata se i pazienti si affidano a odontoiatri italiani che eseguono una diagnosi precoce, programmano un trattamento in fasi corrette e consequenziali, garantiscono l’impiego di materiali di qualità. Adottare la soluzione più veloce e a basso costo non è sinonimo di sicurezza, né di reale risparmio” conclude Cairo.

TRAPIANTI CAPELLI IN TURCHIA

Il trapianto di capelli è un intervento effettuato sempre più frequentemente, soprattutto in Turchia. Moltissime persone soggette a calvizie e provenienti da tutto il mondo, ogni anno, decidono di rivolgersi a cliniche estere per questo tipo di intervento. Istanbul e la Turchia in generale, sono sicuramente le mete più ambite per il trapianto di capelli negli uomini e nelle donne.

In Turchia, la tricologia è una vera e propria certezza in termini di qualità e di utilizzo di tecniche sempre moderne. Il principale metodo per il trapianto di capelli in Turchia è la tecnica FUE, Follicular Unit Extraction, con autotrapianto. Questo vuol dire che i capelli utilizzati per il trapianto sono del paziente stesso.

L’autotrapianto permette di aumentare notevolmente il tasso di buona riuscita dell’intervento diminuendo così anche i possibili rischi post-operatori. Questa tecnica, inoltre, permetti di non lasciare cicatrici evidenti al paziente così da avere un decorso dopo l’intervento più veloce.

Perché andare in Turchia per un trapianto di capelli
In Turchia è possibile trovare le migliori cliniche per questo tipo di intervento ai capelli. I chirurghi sono riconosciuti a livello internazionale e le tecniche utilizzate per l’intervento sono moderne e all’avanguardia. Un altro fattore che determina la scelta di una clinica turca, è il costo.

In Turchia, infatti, il trapianto di capelli ha un costo nettamente minore rispetto ad altri Paesi dell’Europa, ma anche nel mondo. L’intervento a costi bassi, non incide in alcun modo sulla professionalità e sulla qualità dell’intervento che si trovano in Turchia.

Il viaggio nel trapianto di capelli in Turchia: prima e dopo
Prima e dopo il trapianto di capelli in Turchia il paziente dovrà seguire delle indicazioni fornite dal chirurgo durante le prime consultazioni. E’ importante che il paziente segua attentamente le istruzioni per evitare qualsiasi danno alla riuscita dell’intervento.

Una volta che il paziente si è recato nella clinica prescelta il chirurgo eseguirà un accurato esame del cuoi capelluto del paziente. In questo modo raccoglierà tutte le informazioni e potrà scegliere quale tipo di trapianto è più idoneo e quante unità follicolari bisogna trapiantare durante l’intervento.

Ogni trattamento è cucito su misura ad ogni singola persona e verrà spiegato al paziente con cura ogni passaggio che si effettuerà il giorno dell’operazione e nel decorso post-operatorio. Con il proprio chirurgo si potranno, inoltre, discutere di domande e dubbi che presenta il paziente.

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