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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Detenuti e familiari in rivolta, protesta fuori alle carceri di Secondigliano e Poggioreale

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«Fuori dal carcere in via cautelativa chi ha patologie, chi sta per esaurire il periodo di pena da scontare dietro le sbarre e chi è ancora in attesa di giudizio». E poi, facendo propria la richiesta dei familiari dei detenuti: «Il governo pensi seriamente a dare il via libera all’indulto e all’amnistia». A ribadire la richiesta al Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria campana (il presidente è Antonio Fullone) di rivedere le misure cautelative per una parte della platea carceraria in questo momento di emergenza causa diffusione del Coronavirus è il garante dei detenuti del Comune di Napoli, Pietro Ioia. Le proteste degli ospiti di numerosi istituti penitenziari in tutt’ Italia, compreso il Giuseppe Salvia di Poggioreale ieri e il giorno prima a Forni, in provincia di Salerno, hanno mostrato tutte la rabbia di chi è attualmente in cella e non si capacita all’idea di vedersi sospeso, sino al 22 marzo e non oltre stando a quanto dichiarato dal Garante Nazionale del Detenuti Mauro Palma, dei colloqui con i familiari come deterrente alla diffusione del Covid-19 anche negli istituti penitenziari. Non solo, secondo gli stessi familiari proprio a Poggioreale ci sarebbero tre casi di positività al Coronavirus.

 

«Chiediamo un tavolo di confronto con il Provveditorato, la magistratura e i giudici del Tribunale di Sorveglianza – ha affermato Ioia – I detenuti, come dimostrano le proteste dei familiari, sono preoccupati e vista la gravità della situazione chiediamo per tutti coloro in attesa di giudizio, ha quasi concluso il periodo di detenzione o soffre di patologie l’uscita dalle carceri, almeno momentaneamente. Proprio il Tribunale di Sorveglianza ha applicato in passato misure del genere a favore di chi si trovava in regime di semilibertà».

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Ieri i parenti dei detenuti del Giuseppe Salvia hanno protestato lungamente con cori e blocchi stradali mentre all’interno i propri cari salivano sul tetto dell’istituto penitenziario, devastavano padiglioni (qualcuno di essi è ora sprovvisto di acqua ed energia elettrica) e incendiavano materassi provocando danni per centinaia di migliaia di euro. Il presidio si è ripetuto anche quest’oggi, con lo stesso Pietro Ioia che ha raggiunto il carcere di Poggioreale per farsi portavoce delle istanze dei familiari e della loro richiesta di trovare una soluzione affinchè i colloqui in carcere possano, seppur in modo diverso rispetto al solito visto quanto accade, riprendere. In relazione a tutto ciò, è l’aggiunta del Garante dei detenuti del Comune di Napoli, «il Governo prenda in considerazione l’idea di concedere indulto e amnistia».

Al sit-in all’esterno del carcere con sede a Poggioreale Poggioreale, se ne aggiunto nel pomeriggio un secondo fuori della Casa Circondariale Pasquale Mandato di Secondigliano. «Facciamo un appello ai detenuti di tutt’Italia in protesta, calmatevi perché in questo momento ogni azione può ritorcersi contro di loro – le parole dei portavoce dell’associazione dei familiari dei detenuti – Abbiamo buone speranze, ci hanno rassicurato, sul miglioramento della situazione anche se c’è l’angoscia di non vedere i nostri cari». Poi l’appello al Guardasigilli Alfonso Bonafede: «Si attivi e dia nuove speranze ai detenuti e ai loro familiari fuori attraverso un’amnistia. Le carceri vanno svuotate». “Diritto alla Salute per tutti i detenuti. Amnistia e Indulto per tutti’’ è lo striscione esposto durante il sit-in dei parenti di chi è in carcere.

(materiale video e foto di Paolo Manzo)

Le proteste nelle carceri Italiane

Coronavirus. Carceri italiane in rivolta, decine di detenuti evasi dalle celle

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