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martedì, Marzo 19, 2024
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Dieci anni dal disastro della Concordia, la figlia di Schettino: «Mio padre solo dal primo momento»

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A dieci anni dall’incidente della Costa Concordia parla la figlia dell’ex comandante Schettino: “Non è un evento da celebrale ma una triste ricorrenza“.

Il 13 gennaio 2012 la nave da crociera Costa Concordia naufragava davanti l’isola del Giglio, provocando 32 vittime. Il comandante della Concordia Francesco Schettino è stato condannato a 16 anni di carcere per omicidio colposo, lesioni colpose plurime, abbandono della nave e false comunicazioni. A maggio 2022 potrà chiedere di essere ammesso a misure alternative, dopo aver scontato un terzo della pena. Il comandante ha fatto inoltre sapere tramite un suo legale al quotidiano La Stampa, di essere ancora in attesa della decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Nel frattempo il l’ex comandante Schettino cerca di costruire quel che forse sarà il suo futuro una volta fuori. Studia e segue corsi universitari di legge e giornalismo. Schettino continua però a sostenere di essere l’unico capro espiatorio di questa vicenda, e le dichiarazioni della figlia Rossella lo appoggiano.

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Il naufragio della Concordia

Il giorno del naufragio la Costa urtò contro uno scoglio nei pressi dell’isola del Giglio. A seguito la nave ha riportato una falla lunga 70 metri. La nave si bloccò su uno scalino roccioso e la navigazione venne interrotta, nel frattempo alcune zone della si sommersero parzialmente. Secondo gli orari riportati, la prima segnalazione viene fatta da Pilon sotto richiesta di Schettino alle ore 21:49.

Pilon riferì in plancia che la nave imbarcava acqua. Si susseguono da qui una serie di avvisi telefonici. In nessuno di questi Schettino, o chi comandato da lui, sembra far riferimento alla gravità della situazione. Anche gli stessi passeggeri, avvisati successivamente non erano al corrente di quanto fosse grave l’incidente. Alle 22:24 circa la nave inizia ad inclinarsi e solo alle 23 dopo esplicita richiesta della Capitaneria di Livorno il Capitano ordina l’abbandono della nave. A seguito di vari processi nel 2017 viene confermata la reclusione a 16 anni per il Capitano Schettino. Inoltre insieme a Costa Crociere sarà tenuto a pagare vari risarcimenti.

Le parole della figlia Rossella Schettino

A dieci anni dall’accaduto il capitano ha continuato il suo rigoroso silenzio. I suoi legali hanno infatti confermato che Schettinonon ha rilasciato interviste, ne ha mai autorizzato il suo precedente difensore a concedere interviste in suo nome o per suo conto“. I legali precisano che Schettino romperà il silenzio solo nel caso in cui “la Corte Europea dei diritti dell’uomo dovesse ritenere fondate le sue ragioni“. A parlare è però la figlia di Schettino, Rossella, all’epoca dell’accaduto solo quindicenne. Rossella in un post su Facebook tratta vari punti dolenti del processo di suo padre.

Il post su Facebook

Il primo è quello delle dichiarazioni fatte da una giornalista della Stampa, che precisava come il vecchio legale del comandante, Laino Donato, avesse partecipato alla stesura della revisione. “Mio padre non ha mai più avuto contatti con l’avvocato Laino Donato, revocato da anni, rimango pertanto perplessa nel leggere che ha contribuito alla stesura della revisione” spiega. Aggiunge poi che l’articolo in questione “Riporta virgolettati attribuiti a mio padre che non ha mai pronunciato”.

La figlia di Schettino parla dell’ex capitano De Falco

Prosegue poi parlando dell’ex comandante De Falco, che effettuò la famosa telefonata dell’una e quarantasei “ammonendo” Schettino. “E’ incomprensibile che nell’immediato dell’incidente sia stata divulgata la sola telefonata delle ore 01:46, tralasciando la diffusione degli audio delle ore 00:17 e delle 00:30” spiega, riferendosi ai due audio precedenti che “proverebbero sia l’improvviso abbattimento della nave che le richieste di mio padre di spostare i soccorsi sul lato dove erano cadute le persone in mare“.

L’attacco contro De Falco continua: “A distanza di anni sarebbe apprezzato da parte del Sig. De Falco un religioso silenzio“. E prosegue poi sbilanciandosi di più: “In alternativa uno slancio intellettuale che gli farebbe solo onore, qualora ammetta che nella concitazione degli eventi avrebbe potuto non comprendere nell’immediato che, la nave si era abbattuta“.  Insomma la figlia di Schettino sta cercando di dimostrare come il padre non sia l’unico ad avere delle colpe. Chiede inoltre rispetto per il processo del padre lo, stesso che lei e la sua famiglia portano alla situazione. “E’ sotto gli occhi di tutti che mio padre sta espiando la sentenza in religioso silenzio, invito pertanto nel rispetto delle vittime a fare altrettanto” scrive.

Il dolore di Rossella Schettino

Parla poi dell’imminente arrivo del 13 gennaio, giorno in cui saranno passati esattamente 10 anni dall’incidente. “Non è un evento da celebrare ma una triste ricorrenza che non dovrebbe lasciare spazio ad autocelebrazioni ne generare onde emotive che potrebbero essere dannose per il sereno prosieguo degli iter giudiziari previsti dalla legge Italiana ed Europea”  precisa. La figlia conclude parlando del suo personalissimo dolore e della sua vicinanza e rispetto alle famiglie delle vittime. “Ero appena quindicenne, se esiste, una scala di misurazione del dolore per quanto accaduto credo che il mio sia il più prossimo di coloro che sono colpiti negli affetti più cari” continua poi “Rinnovo la mia più sincera e sentita vicinanza alle vittime“.

 

 

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