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venerdì, Maggio 3, 2024
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“Dopo pestaggio mi disse ritira denuncia”, la testimonianza choc nel processo sulle violenza in carcere a S. M. Capua Vetere

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“Fu quell’agente in fondo all’aula a dirmi di ritirare la denuncia per il pestaggio subito il sei aprile, che poi le cose si sarebbero aggiustate”.

Dal banco dei testimoni, nel processo sulle violenze ai detenuti commesse dai poliziotti penitenziari nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020, la parte civile Luigi D’Alessio, vittima dei pestaggi (attualmente detenuto a Siracusa), indica l’imputato Michele Vinciguerra come l’agente che dopo le violenze gli chiese di ritirare la denuncia presentata; una circostanza che per la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (pm Alessandro Milita, Daniela Pannone e Alessandra Pinto) rientra tra i tentativi di depistaggio e insabbiamento posto in essere dagli agenti che si erano resi responsabili degli abusi.
“Lei questa cosa non l’ha mai detta, neanche quando è stato sentito dopo i fatti” sbotta l’avvocato difensore Carlo De Stavola durante il controesame.

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D’Alessio, come si vede dai video, fu picchiato con particolare violenza anche da più agenti che vi si accanirono.
Dopo il sei aprile 2020, D’Alessio finì nella cella di isolamento nel reparto Danubio per due mesi perché ritenuto tra i 15 reclusi che il giorno prima aveva inscenato e capeggiato una protesta dopo che si era diffusa la voce di un detenuto positivo al Covid; “ci diedero materassi rotti, le celle erano sporche, solo quando venne il magistrato di sorveglianza le cose migliorarono un pò”.

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