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mercoledì, Maggio 8, 2024
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Due lauree nel carcere di Secondigliano: dottori da 110 e lode in scienze erboristiche

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Il mio futuro ce l’ho davanti agli occhi”. Lasciamoci trasportare dai sogni, ma niente nomi di fantasia, perché questa è la vita reale. E’ la storia problematica, complicatissima ma almeno per un attimo faticosamente gioiosa di due detenuti che hanno scoperto nello studio la via della redenzione. Uno 35 anni, l’altro oltre 40. Sono i primi del polo universitario penitenziario della Federico II a laurearsi in carcere, a Secondigliano. Scienze e tecniche erboristiche, una tesi sull’olio extravergine da 110 e lode, un’altra sul basilico cinese, per semplificare, da 105. Studiando nelle loro celle e infine godendosi, almeno per un attimo, la propria festa. “Meglio tardi che mai

La laurea da 110 e lode del detenuto 35enne

A S., e che questo primo traguardo possa essere un tassello per costruire il nostro futuro insieme, tanto desiderato e voluto”. C’è scritto così, a penna, nella prima pagina della sua tesi di laurea in Scienze e tecniche erboristiche scritta da un detenuto dell’Alta sicurezza di Secondigliano. Ha 35 anni, un passato alle spalle che vuole cancellare e studiando ambire a un futuro felice con S., la sua fidanzata. E così, vestito di tutto punto si è seduto davanti alla commissione di laurea presieduta dal Rettore della Federico II, Matteo Lorito, e ha discusso la sua tesi di laurea sulla presenza di metalli pesanti negli oli prodotti nella terra dei fuochi.

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Poi tocca a un altro detenuto, un po’ più grande di età. Ha già i capelli bianchi ma non ha rinunciato a vivere l’emozione di tenere in testa il “tocco” ed essere proclamato dottore. Ha messo a frutto la sua passione per le coltivazioni e si è occupato di una pianta che dalla Cina è arrivata in Italia e forse potrà competere con il nostro basilico. Dopo la proclamazione c’era l’orgoglio negli occhi dei suoi figli. Due studenti che hanno sbagliato e stanno pagando per gli errori commessi ma che hanno creduto che cambiare si può, si sono rimboccati le maniche e dopo tanto studio sono riusciti a laurearsi. E l’emozione era tanta nella palestra dell’Alta sicurezza del carcere di Secondigliano dove si è svolta la seduta di laurea.

Ad assistere e applaudire ai colleghi, gli altri studenti del Polo Universitario Penitenziario della Federico II, che annovera nella sua offerta formativa 11 corsi diversi a cui possono iscriversi i detenuti per portare avanti gli studi in carcere. “Si sono iscritti dall’inizio del percorso accademico, dal 2018-19, abbiamo costruito insieme questo cammino – Ha detto Marella Santangelo, Delegata Polo Universitario Penitenziario Federico II – Hanno fatto la loro carriera nei tempi giusti, nonostante le difficoltà in pandemia e credo che sia un risultato veramente straordinario”. Sono 96 i detenuti iscritti al Polo Universitario Penitenziario della Federico II a Secondigliano nell’anno accademico 2022-23. Tra questi ci sono 5 donne e 20 studenti in misure alternative o in libertà post-carcerazione che vengono regolarmente seguiti fino alla laurea. Gli studenti hanno tra i 25 e i 60 anni.

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