Emanuele De Maria avrebbe agito con pianificazione. La sua intenzione sarebbe stata di uccidere prima Chamila Wijesuriya, la barista 50enne dell’hotel Berna di Milano, e poi il collega Hani Nasr, che è sopravvissuto e ha finalmente parlato con gli inquirenti.
Il 35enne, detenuto evaso da Bollate, si è poi tolto la vita ieri, domenica 11 maggio, gettandosi dal Duomo.
Questa è l’ipotesi avanzata dal pm di Milano Francesco De Tommasi nell’inchiesta sulla tragedia in cui la donna è morta, accoltellata alla gola, e il collega è rimasto ferito. Il pubblico ministero ha disposto le autopsie anche per accertare se l’uomo, autore di un omicidio e di un tentato omicidio premeditati, avesse assunto sostanze stupefacenti.
“Ho fatto una cazzata”, la telefonata di De Maria a madre e cognata prima di suicidarsi
Le indagini, coordinate dal pm De Tommasi e affidate a Polizia e Carabinieri, stanno ricostruendo i movimenti di De Maria nelle 48 ore precedenti al suo suicidio per capire dove è stato durante le notti di venerdì e sabato e se qualcuno, ignaro del suo piano omicida, gli abbia dato ospitalità. Gli accertamenti stanno cercando di appurare cosa abbia fatto negli orari in cui è sparito dai monitor delle telecamere e dalle celle telefoniche. Al momento si sa che ha spento il cellulare e ha chiamato la madre e la cognata con il telefono di Chamila – che poi ha gettato in un cestino in via Bignami – per chiedere «perdono» e spiegando loro di aver fatto una «cazzata».
Dopo le 17 di venerdì, quando è stato ripreso sulle scale della metropolitana, di lui si sono perse le tracce fino alla mattina dopo, quando alle 6.17 è arrivato all’Hotel Berna e ha tentato di uccidere il collega. Poi è sparito di nuovo, fino a quando ieri poco prima delle 14 si è gettato dalla terrazza del Duomo, dove era salito come un normale turista pagando il biglietto e senza essere riconosciuto in quanto i controlli riguardano armi, esplosivi o altro, e non l’identità delle persone.
“Lascia De Maria, ha già ucciso una donna”, Chamila era stata avvisata dal collega prima di morire
Hani Nasra, il collega che è sopravvissuto, è già stato sentito da inquirenti e investigatori, e ha spiegato di aver messo in guardia la 50enne, consigliandole di interrompere la relazione in quanto il 35enne aveva una condanna definitiva per aver accoltellato a morte, nel 2016, un’altra donna. Le autopsie non sono ancora state fissate.
Secondo i primi rilievi del medico legale intervenuto al Parco Nord di Milano, sul cadavere di Chamila Wijesuriya, la 50enne scomparsa dall’hotel Berna con il fuggitivo Emanuele De Maria, sarebbero state riscontrate due ferite da taglio alla gola e ulteriori lesioni simili in corrispondenza dei polsi della donna.
Wijesuriya, di origini srilankesi, lavorava con il 35enne che aveva ottenuto un permesso dal carcere di Bollate dove era detenuto. Le ultimi immagini di una telecamera di sorveglianza la riprendono nel parco in compagnia dell’uomo, ricercato dal 10 maggio per aver accoltellato un collega dell’hotel in cui lavorava, attualmente ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Niguarda.