venerdì, Agosto 15, 2025
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“Era l’armiere dei nuovi Casalesi”, la Cassazione condanna il cognato del boss

La sesta sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Anna Emilia Giordano, ha confermato la sentenza della Corte di Appello di Napoli che, in parziale riforma dei quella del gip del tribunale di Napoli, rideterminava la pena a 8 anni inflitta a Domenico Spenuso. Come riporta CasertaNews l’uomo ritenuto responsabile del reato di partecipazione all’associazione detta ‘nuova gerarchia del clan dei Casalesi’, diretta dal cognato Massimo Perrone. Dunque ‘o vaccaro aveva lo specifico compito di occultare e custodire nella propria abitazione le armi destinate alle azioni di fuoco del gruppo camorrista.

IL RUOLO DI SPENUSO

Il ruolo di Spenuso è indicato dai pentiti Antimo Di Donato e Luigi Moschino come il consegnatario e il custode elle armi a disposizione del clan a partire dal 2017. Dichiarazioni riscontrate anche dalle intercettazioni ambientali e telefoniche tra Moschino e Vittorio Giarnieri. Quest’ultimi recarono nella base logistica costituita dalla casa di Spenuso per il prelievo di un’arma e di relative munizioni. Anche Perrone e Moschino fanno riferimento a una pistola detenuta da ‘o vaccaro.

Avverso tale sentenza, nel suo ricorso il legale di Spenuso ha denunciato la violazione di legge e il vizio di motivazione con riguardo alla partecipazione all’associazione camorristica difettando dell’effettiva intraneità al clan, provata dal travisamento delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e dei contenuti delle conversazioni intercettate.

Redazione Internapoli
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