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“Sono il figlio di un prete pedofilo, abusò di mia madre a 14 anni”: la macabra storia di Erik Zattoni

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Nella testimonianze ascoltate oggi, nel corso della presentazione del neonato Coordinamento delle associazioni contro gli abusi nella Chiesa cattolica in Italia (ItalyChurcToo), tutte le vittime hanno fatto riferimento ad un particolare che li accomuna tutti. La chiesa – spiegano – non ha mai preso reali provvedimenti nei confronti dei loro abusatori.

«La Chiesa è l’organismo cui si sono rivolte tutte le vittime di pedofilia ma i tribunali canonici non tutelano la vittima e nei tribunali civili la Chiesa difende il prete, cioè è dall’altra parte rispetto alla vittima e noi lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle ed è terribile», ha denunciato Cristina Balestrini, mamma di una vittima e rappresentante del Comitato vittime e famiglie, sezione della Rete L’Abuso, «il motu proprio di papa Francesco «Vos estis lux mundi» non è applicato, è rimasto lettera morta. Dal punto di vista psicologico, le vittime sono allontanate dalla Chiesa, e questo lo viviamo con grande dolore. Il nostro attuale parroco, dopo tutto quello che abbiamo vissuto, ci ha detto ‘non sputate nel piatto in cui mangiate».

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Il racconto di Erik Zattoni: “Sono figlio del prete pedofilo, ha abusato di mia madre quando aveva 14 anni”

A prendere la parola anche Erik Zattoni. «Sono figlio del prete pedofilo don Pietro Tosi (morto nel sonno nel 2014 nella casa di riposo dove era ospitato da anni nel Copparese, ndr). Mia madre ha subito un abuso sessuale a 14 anni (nel 1981, ndr), la prima volta che si rivolse a un vescovo per denunciare le fu risposto: “Non dire a nessuno quello che è successo altrimenti sarebbe uno scandalo per tutta la Chiesa”. Poi venne minacciata di sfratto, cosa che avvenne per tutta la famiglia alcuni anni dopo. Abbiamo ripreso in mano la nostra battaglia nel 2010 ma abbiamo trovato di nuovo lo stesso muro.

In 30 anni sono passati tre Papi e lo stesso Ratzinger sapeva quanto era accaduto. Nonostante tutto questo quel prete non è mai stato allontanato dal sacerdozio e dal contatto con i fedeli. Insomma, nulla di fatto, non so più che cosa dobbiamo fare perché questi criminali vengano allontanati. Io ho chiesto un incontro anche al Papa e lui lo ha rifiutato».

La testimonianza di Antonio Messina, altra vittima di pedofilia

Infine, anche la testimonianza del giovane Antonio Messina, abusato da un prete tra il 2009 e il 2013.  «Grazie al supporto della mia famiglia già l’anno dopo denunciai don Giuseppe Rutolo, all’epoca seminarista e poi sacerdote, ma il mio parroco non mi credette. Mi avvicinai poi a un vescovo che divenne per un periodo anche la mia guida spirituale sperando che lui potesse aiutarmi a fare giustizia ma anche questo tentativo divenne vano, mi chiese di dimenticare e di abbandonare il contesto in cui ero molto attivo, anche come volontario. Nonostante tutto non ho abbandonato la mia dimensione di fede in quanto penso si deve combattere per chiedere una chiesa diversa. Tra poco inizierà il dibattimento e spero che in sede civile sarà fatta giustizia. Quella giustizia che la Chiesa non è in grado o non vuole fare». (ANSA)

 

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Alessandro Pirozzi
Alessandro Pirozzi
Mi presento: mi chiamo Alessandro Pirozzi, sono nato a Napoli ed ho 23 anni. Sono iscritto all'albo dei giornalisti dal 2019 ed amo profondamente la comunicazione, specie quella digitale. Dopo essermi diplomato in un istituto alberghiero, ho iniziato a 18 anni il mio percorso lavorativo con InterNapoli.it nel 2016, collaborando anche in qualità di freelancer con diverse testate digitali come Blasting News. Ho scritto per 'Cronache di Spogliatoio', giornale sportivo online, e per la testata locale AbbiAbbè.it.