venerdì, Agosto 15, 2025
HomeCronacaEsplosione nella fabbrica di fuochi a Ercolano, confermato il carcere per Pasquale...

Esplosione nella fabbrica di fuochi a Ercolano, confermato il carcere per Pasquale Punzo

Resta in carcere il 38enne Pasquale Punzo, indagato per l’esplosione avvenuta lo scorso 18 novembre nell’abitazione di via Patacca, a Ercolano, in provincia di Napoli, trasformata in una fabbrica abusiva di fuochi di artificio illegali. A confermare la misura cautelare e l’impianto accusatorio acquisito e contestato dai carabinieri di Ercolano e dalla Procura di Napoli è stato il Tribunale del Riesame.

Nei confronti di Punzo venne emesso un decreto di fermo dalla procura partenopea (pm Stella Castaldo e Vincenzo Toscano, in forza alla sezione “lavoro e colpe professionali”) per i reati di omicidio volontario plurimo con dolo eventuale, detenzione e fabbricazione di materiale esplodente non convenzionale e caporalato.

Nell’esplosione persero la vita tre giovani, due dei quali genitori: le gemelle Sara e Aurora Esposito, di 26 anni, e il 18enne Samuel Tafciu uccisi dal violento scoppio che ha mandato in frantumi l’abitazione in cui era stata allestita la fabbrica illegale di materiale pirotecnico non convenzionale. A indagare sulla tragedia sono stati i carabinieri di Ercolano e durante gli interrogatori sostenuti in queste settimane l’indagato ha ammesso le sue responsabilità in merito ai fatti contestati.

“Mi pento, ma ho paura”

Dice di “avere paura delle conseguenze” Pasquale Punzo, in alcune dichiarazioni messe a verbale e riportate alcuni giorni fa da Il Mattino.

Con la testimonianza del 38enne viene confermato il fatto che il pomeriggio del 18 novembre era in corso la produzione illegale, improvvisa e improvvisata di fuochi. “Tutto ruota attorno a un soggetto che negli atti viene indicato come ‘signor Enzo’scrive il sito online del quotidiano -, che avrebbe chiesto a Punzo di allestire una fabbrica illegale per la produzione dei famigerati missili Kobra e Rambo. Enzo era inoltre accompagnato da un altro soggetto sui cui sono in corso le indagini: si trattava con ogni probabilità del fuochista, ovvero l’esperto nel maneggio di polvere pirica”.

L’inchiesta è condotta dai pm Stella Castaldo e Vincenzo Toscano, sotto il coordinamento dei procuratori aggiunti Simona Di Monte e Pierpaolo Filippelli. Disastro, armi, caporalato sono le accuse contestate a due coniugi, come titolari di fatto del capannone industriale di via Patacca, dove era stato allestito il laboratorio abusivo. Venerdì scorso con l’interrogatorio investigativo si è cominciato a delineare un solco sempre più definito. Dice di essere “pedina” e non “regista” di questa massiccia produzione di fuochi illegali, facendo esplicito riferimento al ruolo dell’organizzatore del business clandestino.

Gli investigatori puntano ora a dare un nome e un volto ai presunti soci di Punzo. “Fino allo scorso novembre è il retroscena apparso su Il Mattino -, tale ‘signor Enzo’ era in contatto con un’azienda nolana. Poi sono saltati accordi e forniture, quanto basta a spingere il presunto regista di questo affare a rivolgersi a Punzo e alla sua banda di lavoratori ingaggiati per disperazione”.