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sabato, Luglio 5, 2025
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Fascicolo medico segreto per coprire la sua latitanza, la mossa di MMD dopo la prima operazione al colon

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Matteo Messina Denaro aveva fatto secretare la sua scheda medica. Dopo la prima operazione al colon subita il 13 novembre del 2020, aveva firmato un modulo – sotto il falso nome di Andrea Bonafede – perché la scheda scomparisse dal sistema informatico.

Matteo Messina Denaro aveva fatto secretare la sua scheda medica

Il boss stragista, all’epoca ancora latitante, per farsi curare negli ultimi anni ha usato l’identità del geometra Andrea Bonafede. Anche sotto copertura, Messina Denaro aveva fatto richiesta per la secretazione del dossier con tutta la sua storia medica in modo che non fosse visibile agli operatori sanitari, possibilità riservata a ogni paziente ma che rarissimamente viene messa in pratica.

Un particolare, scovato dai Ros, è emerso dall’indagine che ha portato in cella il medico curante del boss Alfonso Tumbarello, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e falso. Tumbarello ha sostenuto di non avere mai conosciuto la reale identità del paziente al quale, a suo dire, avrebbe prescritto esami e farmaci sulla base di diagnosi che gli faceva avere e sulla base del fascicolo sanitario elettronico. Il medico ha sempre raccontato di avere creduto che a richiedere le sue prestazioni fosse il vero Andrea Bonafede, suo reale assistito, che, però, per mantenere riservata la sua patologia, preferiva non farsi visitare allo studio. Una singolare difesa a cui i pubblici ministeri non hanno creduto.

Le dichiarazioni delle autorità

“Nessuno dei protagonisti di questo escamotage semplice, ma efficace, a partire dai due cugini Bonafede ed a finire con lo stesso latitante, poteva accettare il rischio che il suo ineludibile snodo attuativo, ossia il medico che firmava ed ordinava le prescrizioni ed i ricoveri, potesse anche solo ex post, incontrando il Bonafede del ’63 o richiedendone (come suo dovere) anche una sola volta, la presenza in studio per una visita, rendersi conto dell’artifizio e potesse, quindi, svelarlo agli inquirenti, mettendoli sulle tracce del boss”. Una trafila medica quella seguita da Matteo Messina Denaro sulla quale ancora c’è molto ancora capire, come, sottolineano i giudici del Riesame. Per esempio, non è chiaro chi abbia sottoscritto la richiesta per la colonscopia che i primi di novembre del 2020 ha svelato il tumore e dato il là alle cure del boss.

 “Deve infatti essere ancora dipanata la modalità specifica e concreta della relazione dell’indagato con il Messina Denaro e con il suo circuito di assistenza associativa, ma anche sanitario – scrive la giudice – Si pensi, a titolo esemplificativo, alle modalità delle forme di esecuzione della prima richiesta diagnostica della colonscopia, che il Tumbarello ha escluso fosse allo stesso riferibile, per essersi egli limitato a ricopiare l’esito dell’indagine”.

La Procura di Palermo sta proseguendo le indagini proprio su questo solco, ritenendo che ci sia un regista occulto in tutta la trafila sanitaria di Messina Denaro che non a caso avrebbe richiesto la secretazione della scheda medica.

 

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