Ieri Ferruccio Casamonica è morto nella casa circondariale di Lecce. L’uomo, considerato al vertice dell’omonimo clan della Romanina, è stato condannato lo scorso 29 dicembre dal tribunale capitolino a 25 anni di reclusione per associazione mafiosa nel processo “Noi proteggiamo Roma” come riporta Il Messaggero. La procura ha disposto l’autopsia.
Il suo legale, l’avvocato Antonio Filardi, aveva chiesto ad ottobre la custodia ai domiciliari date le condizioni di salute del 73enne, diabetico e affetto da una demenza senile. Invece il magistrato di sorveglianza di Lecce, lo scorso 26 gennaio, aveva risposto che “le pur precarie condizioni di salute del condannato, peraltro sufficientemente gestite in ambito inframurario, non possono comunque giustificare la sua scarcerazione”, considerata la sua “caratura criminale” e “l’indubbio e grave rischio di condotte criminose di notevole allarme sociale”. Era il fratello di Vittorio, che venne salutato con i celebri funerali da padrino in piazza Don Bosco.


