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giovedì, Aprile 25, 2024
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Figlio con il suo alunno, l’insegnante risponde al magistrato: “Vi spiego cosa è successo”

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Ha risposto alle domande del gip del tribunale di Prato la donna finita agli arresti domiciliari con le accuse di atti sessuali con minore e violenza sessuale per induzione, per aver avuto una relazione con un ragazzo a cui dava ripetizioni private e dalla quale sarebbe nato un figlio nei mesi scorsi. Lo hanno riferito ai giornalisti, al termine dell’interrogatorio di garanzia, durato oltre due ore, i difensori dell’indagata, gli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri, dicendo che “la signora ha chiarito la propria versione dei fatti non modificandola, ha fornito spiegazioni al gip e ha risposto a tutte le sue domande”. I legali della donna hanno spiegato di non aver depositato al gip richiesta di revoca della misura di custodia cautelare, presentata invece nei giorni scorsi al tribunale della libertà.

L’indagine era stata avviata l’8 marzo scorso in seguito alla denuncia presentata dai genitori del ragazzo ai quali il figlio, che era apparso strano e depresso, aveva raccontato della relazione con la donna e di essere il padre del neonato che la sua insegnante di ripetizioni aveva partorito pochi mesi prima. Paternità poi confermata dall’esito del test del Dna sul bambino. Secondo l’accusa, la donna, che ha più del doppio degli anni del suo ex allievo, è sposata e aveva già un altro figlio, avrebbe avuto i primi rapporti sessuali con il minorenne quando questo non aveva ancora compiuto 14 anni. L’indagata, nei giorni scorsi, aveva reso dichiarazioni spontanee davanti al procuratore Giuseppe Nicolosi e ai due sostituti Gestri e Boscagli, ammettendo, come rilevato nell’ordinanza della misura cautelare, di aver avuto la relazione col ragazzo, ma assicurando che i primi rapporti sessuali erano stati consumati dopo che lui aveva compiuto 14 anni. Anche il marito della donna è indagato per il reato di alterazione di stato, che si applica a chi modifica lo stato civile di un neonato. Secondo la procura di Prato, infatti, l’uomo avrebbe riconosciuto il neonato alterandone lo stato civile in maniera consapevole, pur sapendo che il bimbo dato alla luce dalla moglie non era suo figlio.

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Intanto, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Prato, Giuseppe Nicolosi, ha presentato al gip la richiesta di incidente probatorio per cristallizzare le dichiarazioni del ragazzo, che ora ha 15 anni.

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