Primo significativo passaggio dell’inchiesta sui traffici di droga a Casoria, inchiesta culminata nel blitz di qualche settimana fa. Il tribunale del Riesame di Napoli ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Ciro Sannino e Giovanni Baratto sposando dunque in pieno la linea della Procura che chiedeva il pugno duro. Più tenue invece la linea seguita per altri indagati come Ciro Lucci, Vincenzo Carella, Mauro Delvecchio e Pasquale Piscopo che hanno invece ottenuto gli arresti domiciliari grazie alla linea seguita dai loro avvocati Dario Carmine Procentese e Mauro Zollo. Alla base dell’inchiesta i contrasti tra due gruppi, uno di stanza al Parco Smeraldo (gestito da Giovanni Baratto) e l’altro in via Petrarca (sotto la guida di Ciro Sannino).
Contrasti, quelli tra i due gruppi criminali, che nel 2020 culminarono con l’uccisione del 19enne Antimo Giarnieri, colpito erroneamente per scambio di persona, e con il ferimento di un altro soggetto.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio ed estorsioni. In particolare le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e condotte dal reparto operante da luglio 2020 a febbraio 2021, anche attraverso l’ausilio di attività di intercettazioni, hanno consentito di accertare l’operatività delle due diverse organizzazioni criminali, in contrasto tra loro per l’egemonia sul territorio del comune di Casoria, nel controllo della gestione del traffico di stupefacenti e del monitoraggio delle ‘piazze di spaccio’.