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Follia assassina a Paupisi, la macabra ricostruzione della strage familiare

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Una madre uccisa, un figlio morto, una figlia tra la vita e la morte. L’ennesima strage familiare si è consumata all’alba di martedì a Paupisi, nel Beneventano, dove Salvatore Ocone, 52 anni, ha sterminato la sua famiglia nel silenzio di una casa che doveva essere rifugio e invece si è trasformata in scena del crimine.

Secondo la ricostruzione della Procura di Benevento, tra le 5 e le 6 del mattino, Ocone ha colpito la moglie Elisa Polcino, 48 anni, con una grossa pietra. Poi si è accanito anche sui figli, 15 e 16 anni, colpendoli con la stessa violenza. Dopo averli feriti, li ha trascinati fino alla sua auto, una Nissan Juke, e si è dato alla fuga.

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È stato un elicottero dei carabinieri a intercettare l’auto ore dopo, nascosta tra gli ulivi in località Ferrazzano, nel Molise. Quando i militari si sono avvicinati, Ocone non ha opposto resistenza. A bordo del veicolo c’era il corpo senza vita del figlio più piccolo e la figlia gravemente ferita, trasportata d’urgenza in ospedale, dove lotta per sopravvivere.

Nell’abitazione della famiglia, i carabinieri hanno trovato tracce evidenti di sangue, sia all’interno che all’esterno, a conferma che l’aggressione è avvenuta tra le mura domestiche. «Ci siamo subito resi conto che i ragazzi erano stati colpiti in casa – ha spiegato il colonnello Calandro, comandante provinciale dei carabinieri – da qui la corsa contro il tempo per trovare l’auto e provare a salvarli».

Durante l’interrogatorio, Salvatore Ocone ha motivato il gesto con accuse alla moglie, definendola «aggressiva e autoritaria». Agli atti anche un precedente TSO (trattamento sanitario obbligatorio) risalente al 2011, dovuto a una psicosi cronica. Da allora, secondo gli inquirenti, non ci sarebbero stati altri interventi ufficiali.

Ma resta il dato crudo, quello che riporta l’attenzione su un fenomeno ormai ricorrente: la strage familiare come ultimo atto di una tensione domestica mai esplosa all’esterno, un inferno privato che si consuma spesso lontano dai radar delle istituzioni.

Una madre massacrata, due figli trascinati come oggetti, uno dei quali non tornerà più.

Ora si attende l’evoluzione clinica della figlia sopravvissuta. Solo lei, se vorrà e potrà, potrà raccontare davvero cosa è accaduto in quelle ore in casa.

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