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giovedì, Aprile 25, 2024
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Fu scelto perchè insospettabile, il delitto De Felice ‘vendetta’ per l’omicidio Montanino

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Bisognava rispondere. Rispondere con il sangue. L’omicidio di Fulvio Montanino (luogotenente più fedele di Cosimo Di Lauro) e di suo zio Claudio Salierno non doveva e non poteva passare in sordina. Bisognava colpire al cuore gli scissionisti. Sono queste le motivazioni di fondo dell’omicidio di Massimiliano De Felice in via Fratelli Cervi che ha portato qualche giorno fa all’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare a carico di Cosimo Di Lauro e Nicola Todisco (leggi qui articolo).

La vendetta di Cosimo per l’omicidio di Montanino

Cosimo Di Lauro aveva richiesto ai Prestieri, quest’ultimo, all’epoca articolazione dei Di Lauro, dislocato e operante nelle aree Oasi del Buon Pastore e Sette Palazzi del quartiere Scampia di Napoli, l’esecuzione di un omicidio ai danni della contrapposta alleanza scissionista. L’esecutore materiale dell’omicidio, Nicola Todisco, che poteva contare in un rapporto di conoscenza reciproca con la vittima, era ritenuto da quest’ultima un “insospettabile”.  Quindi, elemento all’epoca di basso spessore criminale; fattore, quest’ultimo, che non aveva ingenerato alcun sospetto in De Felice. A base dell’operazione ci sono dichiarazioni di molteplici collaboratori di giustizia. Todisco, nell’avvicinare l’ignaro malcapitato con la scusa di avvisarlo circa la presenza delle forze dell’ordine nei paraggi, lo aveva anche salutato. Poi esplose contro, subito dopo, numerosi colpi di arma da fuoco.

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