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sabato, Maggio 11, 2024
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Colpo di scena nell’omicidio delle ‘Case Celesti’, assolto Gennaro Marino ‘McKay’

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Quindici pentiti sconfessati e un’assoluzione eccellente: quella di Gennaro Marino, ex membro del direttivo del clan Di Lauro e assoluto padrone di quella che veniva considerato il ‘gioiello della corona’ del clan ossia la piazza delle Case Celesti. Il processo è quello per l’omicidio di Massimo Mele avvenuto il 7 ottobre del 2003 a Secondigliano. Marino era indicato dalla pubblica accusa come mandante del delitto (l’esecutore materiale Vincenzo Vitale sarà in seguito ucciso in un agguato) e aveva chiesto per lui la pena di trent’anni di carcere.

Inchiesta demolita

Inchiesta andata letteralmente in frantumi grazie alle argomentazioni dei difensori di Marino (gli avvocati Luigi Senese e la collega di studio Assunta Arcopinto) che hanno evidenziato come le dichiarazioni dei pentiti, ben quindici, fatte de relato, fossero tra loro molto contraddittorie e relative a mere congetture. I pentiti attribuivano il delitto ad un desiderio eccessivo di autonomia di Mele arrivato al punto di mettere in discussione la leadership dei fratelli Gennaro e Gaetano Marino. Mere ipotesi per la difesa che ha sottolineato come Vitale abbia agito di testa sua non rispettando alcun ordine e anzi, a sostegno di questa argomentazioni, gli avvocati Senese e Arcopinto hanno evidenziato come dopo l’agguato Vitale fosse scappato via da Napoli, particolare che smentirebbe di fatto l’aver eseguito gli ordini dei propri capi.
La difesa ha attribuito il delitto ad un desiderio di vendetta di Vitale contro Mele per le avances fatte da quest’ultimo alla moglie di Vitale. Quella sera Vitale avrebbe agito di testa propria trovando Mele in strada e uccidendolo. Argomentazioni che hanno convinto i giudici che hanno così assolto da ogni accusa ‘McKay’.
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