Gianluca Cimminiello aveva 32 anni quando fu brutalmente assassinato a colpi di pistola a Casavatore, provincia di Napoli, da esponenti del Clan Amato-Pagano. Era il 2 febbraio 2010. Ma il Ministero dell’Interno ha rigettato l’istanza presentata dalla mamma di Gianluca per ottenere il riconoscimento previsto dalla legge del 1990 per i parenti delle persone uccise senza colpa dalle mafie. Il motivo? La madre nel 1985, 40 anni fa, denunciò per violenze il marito e si costituì anche parte civile nel processo. Dopodiché troncò completamente tutti i rapporti con lui e la sua famiglia. Ma tra i parenti del marito c’era qualcuno con precedenti penali. E il legame di parentela con persone sconosciute è bastato a bloccare tutta la pratica.
A raccontare la triste e assurda vicenda è Repubblica. Le sentenze hanno ricostruito cosa successe e il motivo dell’assurda morte del giovane tatuatore. Gianluca aveva pubblicato sui suoi social una foto insieme a Ezequiel Lavezzi, il calciatore argentino che all’epoca giocava nel Napoli. In realtà dopo si scoprì che era un fotomontaggio ma tanto bastò a scatenare le invidie di un collega di Gianluca che chiese l’intervento a dei malavitosi legati al clan Amato- Pagano di punirlo e minacciarlo. Così un gruppo di malavitosi fece irruzione nel negozio di tattoo di Gianluca con l’obiettivo di picchiarlo. Ma lui che era allenatore di kickboxing ebbe la meglio e li mise in fuga. Qualche giorno dopo il commando tornò e lo uccise a colpi di pistola.
Le indagini e le sentenze hanno stabilito l’assoluta estraneità di Gianluca agli ambienti criminali. Stesso discorso per le verifiche delle forze dell’ordine e della prefettura sulla madre e le sorelle. Salvo risultare nell’istruttoria ministeriale la presenza, tra gli “affini entro il quarto grado “, come stabilito dalla normativa, di quattro parenti dell’ex marito della donna (nel frattempo deceduto) che risultano avere precedenti penali. La cosa incredibile è che la signora non ha mai conosciuto queste persone avendo troncato ogni rapporto con quel ramo familiare. E così sarebbero venuti meno i requisiti per ottenere lo status di vittima innocente. La mamma di Gianluca ha citato in giudizio il Viminale. La prima udienza si è celebrata a dicembre, la prossima è fissata per giugno.