Si è svolta anche quest’anno, come da consuetudine, la festa di beneficenza organizzata dal VII Circolo Didattico. L’appuntamento, rinnovatosi per il decimo anno consecutivo e divenuto dunque una consolidata tradizione della scuola, ha come principale obiettivo una raccolta fondi, realizzata attraverso l’allestimento di un mercatino all’interno della palestra scolastica, da devolvere all’orfanotrofio Santa Trinità a Gitega in Burundi.
L’idea di un gemellaggio solidale con l’istituto nasce da una missione in Africa fatta nel lontano 2007 dalla dirigente scolastica – accompagnata da Padre Raffaele Grimaldi – e come lei stessa ricorda con affezione: “dalla voglia di aiutare i bambini che avevo visto vivere in condizioni di estrema povertà”.
È proprio da questo primo fatale incontro che prende vita il progetto di sostegno e nel 2016, come prolungamento naturale del nobile attivismo che unisce la comunità parrocchiale e quella scolastica, l’associazione onlus “Gli amici degli ultimi” – amministrata proprio da Maria Esposito Vulgo Gigante e Padre Raffaele Grimaldi insieme a Massimo Conditore e Carmela D’Alterio – che si impegna a procurare ai bambini indumenti, letti, beni di prima necessità e, come nel caso di quest’anno, delle strutture adeguate in cui poter accedere all’istruzione: i fondi raccolti grazie alla festa del VII Circolo, sommati a quelli di altre attività solidali coordinate da Padre Raffaele, saranno infatti impiegati nella costruzione di ben due aule scolastiche.
Non trascurabile, tuttavia, è l’impegno corale di alunni, insegnanti e mamme, le quali, in vista della chiusura dell’anno scolastico, allestiscono stand da cui poter acquistare con un’offerta a piacere libri usati, giocattoli riciclati, prodotti artigianali, fiori o biscotti fatti in casa. È sulla cooperazione di queste donne, lavoratrici o mamme a tempo pieno, che infatti si tiene in piedi l’intero progetto:
“Si tratta di donne che rinunciano ai propri impegni o al guadagno di una giornata lavorativa, che passano la notte ai fornelli o a confezionare piccoli prodotti artigianali pur di aiutare e prendere parte all’iniziativa. Non per compiacere qualcuno o per visibilità ma perché hanno compreso il valore immenso che racchiude questo progetto, chiamato miseramente mercatino. È al caritatevole impegno di queste persone che va tutta la mia gratitudine” – afferma commossa Melina Zammartino, rappresentante scolastica e coordinatrice del gruppo che vede coinvolte ben 700 mamme.
Tra queste vi è addirittura chi si improvvisa fotografa solo per l’occasione o chi fa animazione occupandosi dell’intrattenimento dei veri protagonisti dell’incontro, i bambini, a cui l’iniziativa si rivolge provando, come ricorda qualcuno, ad impartire loro il valore della solidarietà:
“È un modo per insegnare ai più piccoli l’amore verso il prossimo e l’importanza di aiutare gli altri, anche se questo vuol dire privarsi di qualcosa”.
Il tradizionale appuntamento è infatti percepito da adulti e bambini come un forte momento d’aggregazione e di coesione sociale capace, attraverso la realizzazione di un comune obiettivo, di abbattere i confini tra Nord e Sud del mondo.