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lunedì, Maggio 13, 2024
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Il padre di Giogiò, musicista ucciso in piazza Municipio: «Vado via da Napoli»

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«Stiamo portando avanti la battaglia per modificare una legge, quella sulla responsabilità penale dei minori, che sostanzialmente è degli anni ’30 e ha subito alcune modifiche negli anni ’80, quando i ragazzini di 16-17 anni giocavano a Monopoli. Oggi invece molti girano armati con coltelli e pistole. Questo accade soprattutto a Napoli, in tutti i quartieri. Una cosa che mi porterà a lasciare la città per trasferirmi in provincia. Saremo a Roma il 9 ottobre per una manifestazione: mi auguro che anche i torresi siano con noi». A parlare è stato Franco Cutolo, papà di Giovanbattista, il musicista di 24 anni ucciso a Napoli, in piazza Municipio, lo scorso 31 agosto.

Il regista, nato e cresciuto a Torre del Greco, ha voluto essere presente ieri sera all’inaugurazione della rassegna musicale organizzata dal Comune «Voci d’autunno dedicate a Giogiò Cutolo contro ogni violenza», ed è salito sul palco allestito a Villa Macrina insieme al sindaco Luigi Mennella e al dirigente del settore Cultura, Gennaro Russo. «Giogiò aveva un legame speciale con Torre del Greco. Tante volte, specie da piccolo, insieme alla sorella lo lasciavo a casa della nonna: gli piaceva tanto la città. Una delle ultime volte che abbiamo pranzato insieme, mi ha chiesto proprio se le voci su un possibile recupero dei quattro altari fossero fondate. Era legato alla festa dei quattro altari: da piccolissimo mi ha aiutato a realizzare l’altare nel 2003 e fu molto partecipe anche quando mi fu affidata un’altra opera nel 2011. Oggi sarebbe felice di sapere che l’amministrazione comunale sta lavorando per riportare in auge la festa dei quattro altari», ha detto ancora Cutolo. Ad ascoltare le sue parole, il sindaco Luigi Mennella: «Abbiamo deciso di dedicare la rassegna Voci d’autunno a Giogiò, non solo come doveroso omaggio ad un figlio della nostra città, ma soprattutto per provare ad evidenziare come questa tragedia debba servire da monito, verso le istituzioni certo ma anche verso i genitori, che devono tornare ad avere il giusto ruolo di guida per i loro figli. L’ho detto anche a Franco: da papà, prima che da sindaco, la vicenda mi ha toccato profondamente ed è difficile trovare le parole giusto, anzi forse è giusto che invece alle parole si lasci spazio ai fatti».

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