I seggi si sono chiusi per i cinque referendum su lavoro e cittadinanza. Secondo i dati parziali, l’affluenza si attesta intorno al 29%, ben al di sotto del quorum necessario del 50% più uno degli aventi diritto, richiesto per rendere valide le consultazioni.
Le prime schede scrutinate: Sì sopra l’80% nei quesiti sul lavoro
Con ancora pochissime sezioni scrutinate, il Sì è sopra l’80% nei quesiti sul lavoro: 86% per il quesito 1 (reintegro), 84% per il quesito 2 (indennità), 85% per il quesito 3 (contratti a termine), 84% per il quesito 4 (responsabilità infortuni sul lavoro).
Inizia lo scrutinio, Sì intorno al 60% per la cittadinanza
Più bassa, sempre secondo i primissimi dati, la percentuale di Sì al quesito 5, sul tema della cittadinanza: al momento è al 61,4%.
I 5 referendum
I cinque referendum riguardano temi centrali del lavoro e della cittadinanza. Il primo proponeva l’abolizione dei contratti a termine senza giustificato motivo, puntando a contrastare la precarietà.
Il secondo chiedeva di eliminare il cosiddetto “Jobs Act”, ripristinando l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per rendere più difficile il licenziamento senza giusta causa.
Il terzo riguardava l’introduzione del salario minimo legale, stabilendo una soglia sotto la quale nessun contratto potrebbe scendere.
Il quarto proponeva di facilitare il riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati o cresciuti in Italia, secondo il principio dello ius scholae.
Infine, il quinto quesito mirava ad abrogare alcune limitazioni al diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, per rafforzare la libertà sindacale.